stresstestL’analisi delle banche europee effettuata dalla BCE non è andata bene per Banca Monte dei Paschi di Siena, ma non è una notizia né particolarmente sorprendente, né tale da stravolgere il quadro della situazione.

Anzitutto, cerchiamo di capire in cosa consiste lo stress test. Si tratta di un esperimento ideale nel quale si valuta la robustezza delle singole banche. In tale esperimento, la BCE ipotizza l’accadimento di uno scenario macroeconomico molto sfavorevole nel medio periodo, e ne valuta l’impatto sul bilancio delle banche. Una banca con uno stato patrimoniale accettabile dovrebbe essere in grado di reggere tale congiuntura; altrimenti viene costretta ad aumentare il proprio capitale.

Si tratta di una procedura da salutare con estremo favore. L’obiettivo è infatti di rendere tutte le banche operanti in Eurozona abbastanza robuste per resistere a shock economici imprevisti e negativi, in maniera che i costi dei fallimenti delle banche non ricadano più sulla collettività. Ad esempio, se tali procedure fossero state innescate una decina di anni fa, probabilmente Banca Monte dei Paschi non avrebbe potuto acquistare Antonveneta. Possiamo paragonare lo stress test alla messa in sicurezza di un palazzo per renderlo antisismico, in maniera che resti in piedi anche dopo un terremoto: una procedura costosa, ma indispensabile.

Il risultato dello stress test è stato che una decina di banche europee dovranno rafforzare il loro patrimonio; e tra queste Mps, che ha bisogno di 2,11 mld per mettersi in sicurezza. Una cifra che pare essere superiore alle attese degli analisti (e qui sta la cattiva notizia), e che quindi getta alcune ombre sul futuro della banca senese.

Tuttavia, come accennato all’inizio, non è una notizia particolarmente sorprendente. In un panorama di evidente fragilità per il mondo bancario, soffocato dalla recessione e dalla crisi della domanda che si trasformano in sofferenze (crediti non più esigibili), è chiaro che siano i membri più deboli del sistema a soffrire maggiormente. Mps è sicuramente in uno stato di debolezza, avendo dovuto affrontare un aumento di capitale di 5 miliardi e un cambio sostanziale nella struttura societaria, con la Fondazione che è stata costretta a cedere il suo ruolo storico di azionista di maggioranza e l’azionariato che è diventato diffuso, senza che si possa individuare un “padrone” chiaro.  In molti paventavano un nuovo aumento di capitale già prima dei risultati dello stress test. Ora l’aumento di capitale è praticamente certo, e dovrà realizzarsi in tempi brevi (nove mesi). Esso si annuncia di una consistenza non trascurabile (2mld), anche se molto inferiore a quello appena terminato.

Lo scenario che ci si aspetta è quindi molto simile a quello che si prospettava prima dell’analogo aumento da 5 miliardi: il titolo sarà esposto all’incertezza sulla riuscita del nuovo aumento. È importante dire subito, però, che dal punto di vista della liquidità circolante nei mercati il clima è ancora estremamente favorevole, visto che tutti gli osservatori concordano che massicce iniezioni di liquidità continueranno anche nel 2015. Potrebbe essere la BCE stessa a garantire la patrimonializzazione delle banche in difficoltà tramite strumenti monetari non convenzionali, come l’acquisto delle asset backed securities, cioè  proprio delle sofferenze finanziarizzate dal processo di cartolarizzazione. È assolutamente prevedibile che la liquidità iniettata nel sistema finisca proprio nella ricapitalizzazione delle banche. La situazione appare quindi risolvibile, anche se sicuramente nei prossimi giorni non mancheranno polemiche e possibili turbolenze sui corsi azionari del titolo.

La cosa positiva è che il meccanismo di ulteriore patrimonializzazione renderà il sistema bancario più sicuro e autonomo, e questo varrà anche per Banca Monte dei Paschi. L’aumento di capitale non distrugge né crea valore di per sé, ma semplicemente accantona una riserva in caso di eventi negativi. Se poi questa riserva dovrà essere effettivamente utilizzata o potrà essere restituita agli azionisti in forma di utili, dipenderà dalla politica industriale e dalla crescita economica in area euro. Dal punto di vista sistemico, quindi, l’implementazione degli stress test rappresenta un decisivo passo in avanti verso un sistema bancario più stabile, robusto, e in grado di finanziare l’economia meglio di quanto (non) abbia fatto nel recente passato.

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Docente di matematica finanziaria all'Università di Siena