Thumbnail for 66492Nicchio e Montone, Onda e Torre. La raffica di avvisi di garanzia che in questi giorni hanno colpito molti contradaioli ci dice chiaramente e in maniera perentoria che il clima nei confronti di Siena e della sua Festa è cambiato.

Avvisi “didattici”, con scelta dei tempi perfetta. Giusto una settimana prima dell’estrazione a sorte delle Contrade: una sedazione preventiva che – più che sul momento – possa avere l’effetto di un farmaco a rilascio graduato che tenga tutti sul filo del rasoio almeno fino al 17 di agosto.Qualcuno dice che il gruppo delle persone che hanno ricevuto l’avviso di garanzia appaia abbastanza omogeneo, quasi “calibrato” per costituire un segnale forte: sembra infatti che si tratti in gran parte di giovani che hanno molto da perdere da una fedina penale non immacolata, con conseguente coinvolgimento delle famiglie. Questo moltiplica l’effetto di deterrente, estendendolo all’intera Contrada, che tuttavia nulla può fare di concreto, trattandosi di provvedimenti ad personam. È indubbio che chi avesse pensato di avere garantita l’impunità in presenza di comportamenti troppo sopra le righe sbagli e debba essere ridimensionato, in primis all’interno della propria Contrada, come è già avvenuto molte volte nel passato.

The district of Selva with the horse Polonki ridden by jockey Giovanni Atzeni (C), said Tittia, wins the Palio horse race dedicated to the Virgin Mary in Siena, Italy, 17 August 2015. ANSA/MAURIZIO DEGL'INNOCENTI

Rapporto di fiducia incrinato Ma la sensazione, netta, è che si sia rotto – o almeno incrinato – un rapporto di fiducia tra istituzioni, Forze dell’Ordine e Contrade. In questo senso si poteva fare di più e meglio, ricercando fortemente la piena collaborazione delle dirigenze, che non è mai stata fatta mancare.Le Contrade hanno da sempre la capacità di autoregolamentarsi e di mantenersi all’interno di quel filo sottile che separa l’espressione della fierezza e della forza dalla violenza da stadio. Non sono lontani i tempi in cui i berretti bianchi dei vigili urbani bastavano per contenere la tensione, molto più degli agenti in tenuta antisommossa. I senesi hanno saputo dimostrare molte volte di essere responsabili: ultimo, ma certo non isolato evento, è costituito dai momenti concitati e tesi del Palio del 2007, che portarono due Contrade molto numerose – Nicchio e Oca – a contatto, e dove non successe assolutamente nulla.

Palio Bandiere AugustoAvvertimento minaccioso La rottura di un equilibrio non scritto può essere letta anche come un segnale di debolezza da parte delle forze dell’ordine, che forse ritengono troppo complesso gestire fronteggiamenti numerosi. Forse si teme un’escalation ingovernabile; forse si teme che mentre la Polizia è impegnata a contenere i contradaioli possa accadere altro e che tutto vada fuori controllo. Sta di fatto che questo sembra un avvertimento minaccioso, forse l’ultimo: se non accade più niente, è verosimile che tutto si ridimensioni e che le conseguenze siano meno gravi. Altrimenti le strade sono due: o prendere tutti i contradaioli alla prima mano alzata – a cinquanta, a cento per volta – o impedire l’effettuazione del Palio per motivi di ordine pubblico e di sicurezza. Nel mezzo, potrebbero anche infiltrarsi violenti che con Siena, i senesi e il Palio non hanno nulla a che vedere, per accelerare – volontariamente o involontariamente – certi processi. Molti, a ragione, compresa la sottoscritta, hanno a suo tempo stigmatizzato la circolazione e la diffusione di video. C’è un’etica contradaiola che impone la responsabilità di non gettare in pasto alle iene dei social media qualcosa che difficilmente può essere compreso all’esterno.

Siena-goprojpgScontri ritualizzati e non guerriglia urbana Tuttavia non è certo questo ad avere direttamente influito sull’identificazione delle persone. La tecnologia ha dato alle forze dell’ordine la possibilità di contare su un nutrito archivio di volti, nomi e cognomi. La diffusione dei video in rete può, semmai, aver fatto alzare qualche telefono da Roma, per chiedere ragione del perché qualche decina di uomini si fossero schierati in opposte fazioni senza che le Forze dell’Ordine avessero usato metodi consoni a una guerriglia urbana. Vai a spiegare a questa gente che si tratta di scontri ritualizzati e non di guerriglia urbana.  Vai spiegare al mondo che tutto quello che il mondo chiama “rissa” qui è un’altra cosa, da giustificare no, ma da comprendere sì. La situazione è cambiata, dicevamo: non sono più i tempi in cui certe intemperanze venivano tollerate. E auguriamoci che non ci sia un disegno più organico per soffocare il profondo respiro di libertà che da sempre le Contrade portano con sé. Il crollo di un sistema di ricchezza che ci rendeva diversi dagli altri forse ha un suo ruolo nell’averci resi uguali agli altri. Una normalità e una normalizzazione che alla fine ci hanno presentato il conto, un’omologazione alla quale la nostra unicità si deve ribellare con tutti i mezzi leciti possibili. C’è solo da sperare che gli attuali governanti, Magistrati inclusi, abbiano l’intelligenza dei Medici che, dopo la caduta della Repubblica di Siena, continuarono a permettere Palii e feste per mantenere la stabilità sociale, per altri aspetti distrutta.

palio zoccoliUn Palio senza passione, senza fisicità, è inconcepibile Che fare? Come conciliare le istanze di ordine pubblico senza andare verso un Palio asettico, insulso, senza nerbo e senza gioia? Come evitare di ridurre la nostra Festa a un misero spettacolo che sarebbe un’inaccettabile ombra di se stesso? Un Palio senza passione, senza fisicità, è inconcepibile: qualunque contradaiolo degno di questo nome di fronte alla distruzione della propria identità culturale e sociale, di fronte alla trasformazione di una Festa che è gioia e slancio vitale in un simulacro teso e triste, preferisce decidere, da sé, di smettere. Qui deve rientrare in gioco, in maniera incisiva, la Contrada. Sta a noi darci una regolata, nei fronteggiamenti, ma non solo: essere il meno possibile attaccabili a tutti i livelli, avendo ben presente che la pace sociale conviene a tutti; smettere di pensare che “si fa come ci pare”. Perché abbiamo perduto tutto, e non è più il tempo dell’arroganza. Della fierezza, sì, però. Di questo è ancora il tempo. È ancora il tempo di una dignità responsabile che sappia riappropriarsi di un dialogo autorevole, che sappia essere propositiva nella ricerca di soluzioni condivise. Come contradaioli dobbiamo pretendere – anche con proteste eclatanti di temporanea autoesclusione, di non partecipazione, se fosse necessario – che la nostra unicità, il nostro senso di appartenenza siano rispettati e non siano in balìa di applicazioni pedisseque della legge, applicate senza la necessaria lungimiranza e prive di visione d’insieme. Perché ci sono le leggi dello Stato, ma ci sono anche le leggi non scritte e gli equilibri che costituiscono la civiltà di un popolo, la sua storia, le sue tradizioni. Bisogna affermare con forza che anche il fronteggiamento più impressionante ha una propria dimensione rituale, che si può facilmente osservare nei filmati (canti, avvicinamento, contatto, “sfaragliata”, allontanamento, canti) e che si placa con l’intervento dei vigili urbani e dei dirigenti. Chi partecipa ai fronteggiamenti è perché lo vuole: si può non partecipare, stare a distanza. Chi c’è sa bene che può dare una manata e che può anche prenderla. E sarebbe l’ora, in questo, di tornare al passato, di evitare le denunce fra rivali, di evitare il coinvolgimento “esterno”, quando ad essere usate sono solo le mani: ci sono molte scale dalle quali si può essere caduti procurandosi qualche livido.È necessario che le Dirigenze siano autorevoli, supportate da Contrade responsabili, dove il contenimento deve essere organizzato. Vanno rilanciate le regole non scritte di una comunità civile e capace di autoregolamentazione.

Siena_Piazza del Campo 2.jpgIl Magistrato delle Contrade prenda posizione È necessaria anche una presa di posizione ufficiale del Magistrato delle Contrade, che intervenga sulla questione richiamando al dialogo e al senso di responsabilità da un lato, e a una corretta visione dei fronteggiamenti dall’altro, inquadrandoli nel loro contesto. Sarebbe miope e sbagliato equiparare i contradaioli ai combattenti da strada che vediamo incappucciati e mascherati nelle varie manifestazioni. Ai capi delle Forze dell’Ordine è richiesta la voglia e la disponibilità a dialogare, affinché la loro autorevolezza e il giusto rispetto delle leggi italiane non diventino cieco autoritarismo. Se questo rapporto si interrompe e fallisce, perde Siena, perde il Palio, ma perdono anche le Forze dell’Ordine, che dall’azione di controllo sociale delle Contrade sul territorio, quella che produce collaborazione e prevenzione di tanti reati, avrebbero solo da avvantaggiarsi.

 

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