guardia-di-finanza-1.jpgCinque evasori totali, altrettante le persone denunciate alla Procura della Repubblica per aver emesso fatture per operazioni inesistenti e aver occultato e/o omesso di presentare le previste dichiarazioni. È il bilancio di un investigazione, svolta dalla Guardia di Finanza di Arezzo, nei confronti di soggetti che svolgono vere e proprie attività commerciali “mascherate” da Enti “no-profit”, al fine di evadere il Fisco, così da aumentare i profitti ed attirare clienti con tariffe più vantaggiose rispetto agli altri operatori. Complessivamente sono stati individuati come sottratti all’Erario ricavi per 7 milioni di euro ed un’Iva dovuta per oltre 1,2 milioni di euro, nonché un’Irap dovuta per circa 300mila euro.

Falsi no-profit ad Arezzo In provincia di Arezzo il settore del no-profit ha registrato nell’ultimo decennio un incremento sia in termini di iscrizioni (pari al 20%) che occupazionali ( 40%) a fronte di una generale flessione delle imprese “ordinarie”. Si va dalle associazioni culturali a quelle sportive, di ristorazione e turistiche, fino ad associazioni d’élite che gestiscono palestre di fitness, fra le più importanti nel territorio, “travestite”, in sostanza, da associazioni/società senza fini di lucro con l’unico obiettivo di evitare il pagamento delle imposte ed usufruire così di un regime di tassazione agevolato.

L’operazione Gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle aretine hanno però dimostrato la natura commerciale dei suddetti enti con conseguente esclusione del diritto ad usufruire del previsto regime di favore. In particolare è stata riscontrata la totale assenza dei requisiti relativi alla partecipazione alla vita ed alla gestione dell’associazione da parte dei soci, la mancanza dei requisiti relativi alla validità delle assemblee, del numero legale dei presenti e dell’effettiva partecipazione alle stesse, la mancata redazione del rendiconto economico finanziario nonché la distribuzione indiretta degli utili e, in alcuni casi, l’inosservanza dell’obbligo di tracciabilità dei pagamenti e dei compensi superiori al limite imposto dalla normativa antiriciclaggio. Pertanto, è stato possibile inquadrare tali enti tra quelli soggetti alla normale imposta sul reddito delle società, con tutte le conseguenze di legge ai fini Ires, Irap e Iva, in quanto utilizzavano impropriamente il regime forfettario previsto dalla specifica normativa.

 

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