Veduta del Gabinetto
Menologio annuale
Menologio annuale

È una strana e travagliata vicenda quella della collezione di icone russe della Galleria degli Uffizi: misteriosa nelle origini, considerata solo come antica testimonianza di arte cristiana a fine Settecento, sepolta per tutto l’Ottocento nei depositi della Villa di Castello, trasferita poi a Palazzo Pitti e infine riscoperta da Giorgio Bonsanti, che nel 1980 la volle trasportare alla Galleria dell’Accademia. Ma si dovrà arrivare al 2008, ad una mostra presentata da Magnolia Scudieri nel Museo di San Marco, per studiare a fondo una ventina di questi esemplari dipinti a tempera su tavola e finalmente riconoscere quella degli Uffizi come la più importante raccolta di icone russe esistente al di fuori del mondo ortodosso.

Antonio Natali durante la presentazione della mostra
Antonio Natali durante la presentazione della mostra

Ce la offre oggi in tutto il suo splendore di ori e colori l’appuntamento annuale con la serie di mostre ‘I mai visti’, il ciclo ideato da Antonio Natali e sostenuto dagli Amici degli Uffizi che da 14 anni durante le feste di Natale raccoglie nel Salone delle Reali Poste opere poco note del ricco patrimonio delle Gallerie. «Non c’è dubbio che la mostra di quest’anno si colloca fra le più inedite» spiega soddisfatta Maria Vittoria Rimbotti, presidente degli Amici degli Uffizi. Con il titolo ‘La Collezione delle icone russe agli Uffizi’, ecco dunque gli 81 esemplari appartenenti a questa straordinaria raccolta presentata e studiata per cura di Valentina Conticelli, Daniela Parenti e Vincenzo Gobbo (visibile fino al 1 febbraio, dal martedì alla domenica in orario 10-17 e con ingresso libero).

Vetrina 10, al centro Madre di Dio di Tichvin, Vasilij Grjaznov, 1728
Vetrina 10, al centro Madre di Dio di Tichvin, Vasilij Grjaznov, 1728

«Le opere sono suddivise in tre sezioni raggruppate per temi: il Cristo, la Madre di Dio e le diverse figure di Santi che animano il Credo ortodosso – spiega Vincenzo Gobbo – Dal punto di vista artistico costituiscono un insieme eterogeneo, con immagini sacre di discreta qualità e altre di stile più popolare». L’allestimento di Luigi Cupellini ci accoglie con la parziale ricostruzione di quel ‘Gabinetto di pitture antiche’ in cui le icone fecero la loro prima comparsa sulla scena delle gallerie fiorentine nel 1782 , nell’ambito delle riorganizzazioni museali di epoca lorenese che stravolsero e rinnovarono gli allestimenti medicei. Le icone “greco-mosche” (come si legge negli inventari) vi furono esposte in quanto testimonianze della pittura delle origini e introducevano ai dipinti toscani a fondo oro che a loro volta preludevano al Rinascimento. Nella stessa sala, ad esempio, era visibile la ‘Battaglia di San Romano’ di Paolo Uccello.

In realtà queste opere non erano così antiche come poteva sembrare a occhi lontani dalla loro cultura artistica. Da dove venivano? Alcuni esemplari, per la precisione 2, databili alla fine del XVI secolo e dotati ancora della loro coperta d’argento, erano frutto del collezionismo mediceo, come hanno dimostrato i recenti studi degli inventari della Cappella Palatina, dove vengono citati a fine Seicento. Un terzo, che raffigura la martire Ekaterina, è stato prodotto a fine ‘600 dalla Scuola di Mosca.

Veduta del Gabinetto
Veduta del Gabinetto

Per tutti gli altri esemplari è possibile soltanto un’ipotesi, resa plausibili dal fatto che si tratta di un corpus piuttosto omogeneo, risalente alle botteghe della Russia centrale e databile entro la prima metà del XVIII secolo. Alcune di queste tavole portano sul retro una scritta che le accosta alla Santissima Trinità di Livorno, prima chiesa ortodossa eretta alla fine del sesto decennio del XVIII secolo grazie al favore di Francesco Stefano di Lorena nuovo granduca di Toscana dopo l’estinzione dei Medici. Ora, sappiamo che negli anni 1768-1774 Caterina di Russia combatteva contro i Turchi nel Mediterraneo e che la flotta russa soggiornò a lungo a Livorno e sappiamo anche che la zarina in quel frangente fece più volte ricorso a doni votivi, anche nei confronti delle comunità ortodosse d’Occidente. È possibile dunque che l’intera raccolta trovi origine in questi lontani eventi di guerra e che sia giunta a Firenze come ringraziamento ai Lorena da parte della comunità russa livornese per aver permesso la costruzione della loro chiesa. Una storia davvero incredibile.

Vetrina 9La mostra, corredata dal catalogo Sillabe, offre anche una serie di appuntamenti.

Laboratori didattici su prenotazione alle ore 10.30 nei giorni: 27 dicembre, 3, 10, 17, 24 e 31 gennaio 2015 (prenotazioni: cristinabonavia@gmail.com).

Visite guidate gratuite a cura degli assistenti degli Uffizi dal 7 gennaio nei giorni di mercoledì (alle 14.30 e alle 15.45) e giovedì (alle 10.15 e alle 11.30).

Visite guidate ‘Regalati un restauro’ il 4 e 6 gennaio dalle ore 14 alle ore 16 con partenza ogni 20 minuti (alle ore 15 anche in inglese) con un contributo minimo di 5,00€ destinato al restauro di un’opera degli Uffizi (prenotazioni: 055.218413 – regalatiunrestauro@mercurio-italy.org)

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