Dopo due anni rompe il silenzio politico l’ex sindaco di Siena Franco Ceccuzzi e lo fa per rivendicare il suo appoggio al neo segretario dell’Unione comunale del Pd, Alessandro Masi, che nel dicembre scorso fu portavoce della mozione Cuperlo, eletto con una maggioranza composita del partito cittadino.

«Un passo indietro personale che permetterà al progetto di cambiamento di fare due passi in avanti», così si congedò dalla candidatura a Sindaco di Siena all’indomani dell’avviso di garanzia che lo vide imputato a Salerno per bancarotta fraudolenta nel fallimento del Pastificio Amato, insieme all’ex presidente di banca Mps, Giuseppe Mussari, e all’ex deputato Paolo Del Mese. Oggi, torna nuovamente a parlare ai microfoni di Antenna Radio Esse, dopo che ieri sera si è svolta al circolo di Sant’Andrea l’assemblea del partito, cui ha partecipato.

Franco Ceccuzzi
Franco Ceccuzzi

«Ho firmato tra i primi ieri sera la candidatura di Masi, non ho mai discusso con lui perché è una persona che stimo moltissimo, competente, capace e sono molto contento che faccia il segretario comunale», così Ceccuzzi che poi prova ad interpretare la nuova fase politica. «Queste etichette (tra “valentiniani” e “ceccuzziani”) non esistono, con questa caricatura vengono riassunte posizioni che ci hanno visto me e il sindaco, avversi, sostenere lui se stesso, giustamente, e io Mugnaioli. A parte questo credo che nel corso di questo anno che ci mettiamo alle spalle su tante questioni all’interno del partito sono state trovate delle sintesi e adesso si apre una fase diversa».

Alla domanda di una sua analisi su quello che è accaduto in Città in questi ultimi tempi ha risposto: «Quando il Pd, e non solo il Pd, riterranno di dover fare un’analisi storica più compiuta io sarò pronto a dare il mio contributo. Credo che non si farebbe un buon servizio se la ricostruzione del giudizio storico di quello che è avvenuto si limitasse, come è successo fino ad ora, con la ricerca di pochi capri espiatori tramite i quali risolvere il problema. I processi e le questioni che sono ancora aperte dovranno portare, secondo me, al compimento di un’analisi molto più approfondita, in cui trovare responsabilità politiche di gruppi dirigenti e non di singole persone. Credo che il tempo dovrebbe consentire anche di farlo con maggiore oggettività».

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