sienabiotech«La Toscana? Sì ma un buon posto è anche la Lombardia». Un «buon posto» dove far nascere e sviluppare la Pharma Valley per la produzione di farmaci e di presidi sanitari. Sull’ambizioso progetto del presidente della Regione Enrico Rossi, fresco di nuova candidatura senza passare dalle primarie, arriva il messaggio forte e chiaro di Guido Guidi, capo Pharma Europa del gruppo Novartis che in un’intervista rilasciata a Corriere Economia smorza gli entusiasmi toscani: «bisogna concentrare le risorse ma un buon posto è anche la Lombardia: ha senz’altro il network adatto di ricerca e istituzioni».

Siena Biotech e il mistero dei 3 milioni di euro Un messaggio forte e chiaro ma in parte in codice se si pensa che proprio Novartis ha ceduto a Glaxo il suo ramo vaccini, quello per intendersi che impiega 2 mila addetti negli stabilimenti tra Siena e Rosia. Parole, quelle di Guidi, che risuonano come un de profundis a Siena, principale papabile toscana per il progetto Pharma Valley e che adesso, nonostante le promesse istituzionali e/o elettorali, rischia di trovarsi in mano un pugno di mosche al posto di un’eccellenza europea nel campo della ricerca e delle biotecnologie. Il tutto mentre anche la società strumentale della Fondazione Mps per la ricerca, Siena Biotech, è stata messa in liquidazione non senza concorsi di colpa da parte della Regione Toscana che  avrebbe dovuto stanziare già a metà dello scorso anno 3 milioni di euro al distretto di Toscana Life Sciences. Gli stessi 3 milioni di euro sarebbero serviti a pagare l’affitto dello stabilimento di Siena Biotech dove in realtà ha sede il distretto di Tls consentendo, al contempo, ai 50 dipendenti della società strumentale della Fondazione Mps di ‘respirare’ fino alla vendita, in parte già avviata e poi interrotta, di alcuni progetti di ricerca nel campo delle biotecnologie. Ma non è stato possibile. Colpa della mancanza di tempo, della burocrazia o di mera campagna elettorale in vista delle prossime regionali in programma a maggio? Ma andiamo per gradi.

Il sogno di un hub farmaceutico annunciato troppo presto Nel mese di settembre la Regione ha avviato serrati rapporti con aziende del settore farmaceutico per organizzare una tabella di marcia e far diventare la Toscana la prossima Pharma & Devices Valley, anticipando 80 milioni di risorse per far partire i bandi europei per la ricerca, unica regione in Italia a farlo. L’obiettivo era valorizzare il polo farmaceutico e biomedicale su cui la Regione può contare grazie alla presenza di aziende nazionali e multinazionali (come Menarini, Novartis e Gsk), tre poli universitari a Firenze, Siena e Pisa, istituti di alta specializzazione dalla Normale di Pisa alla scuola superiore Sant’Anna. Nei progetti il settore delle neuroscienze di Siena Biotech avrebbe potuto dar vita ad una nuova start up rientrando nel disegno della Pharma Valley toscana. Nel mese di settembre erano partiti sottotraccia i primi scampoli di campagna elettorale ma con l’election day posticipato da marzo a maggio tutto si è fermato, compresi i proclami per la Pharma Valley e le promesse di contributi per Siena Biotech.

Oggi rispunta la «previsione» dei 3 milioni Tutto fermo fino ad oggi quando, all’indomani di un incontro sul tema Siena Biotech svoltosi in Regione e al quale hanno partecipato gli assessori alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini e al diritto alla salute Luigi Marroni, insieme al sindaco di Siena Bruno Valentini, al presidente della Provincia Fabrizio Nepi e alle organizzazioni sindacali, una nota stampa sottolinea che «il contributo della Regione si inquadra nell’attività di promozione e sostegno al sistema regionale della ricerca e dell’innovazione e si è concretizzato, in particolare, nella previsione di risorse per 3 milioni di euro, al distretto regionale Toscana Life Sciences». Ci risiamo, si parla di previsione ma i 3 milioni ancora non ci sono. E anche se ci fossero, sarebbe un po’ tardino.

Parole, parole, parole «Continueremo a seguire la vicenda e terremo aperto il tavolo regionale – ha assicurato l’assessore Simoncini – mettendo a disposizione tutti gli strumenti di cui disponiamo, a partire dagli ammortizzatori sociali, per sostenere la prosecuzione dell’attività, il mantenimento dell’occupazione e per supportare la ricerca». L’assessore Marroni ha sottolineato il contesto entro il quale si concretizza il supporto della Regione all’attività di ricerca. «Come Regione Toscana puntiamo molto sulla ricerca e l’innovazione – ha detto l’assessore Marroni – nelle forme e nei modi dovuti, la nostra strategia è quella di sostenere la ricerca con tutti i mezzi a nostra disposizione».

Due spunti e accapo Domani approderà a Palazzo Strozzi Sacrati per un nuovo incontro anche il liquidatore fallimentare per Siena Biotech Nicola Lattanzi. L’obiettivo della Regione, spiega ancora la nota, è quello di «preservare un importante patrimonio di competenze, umane e tecnologiche con una forte rilevanza dal punto di vista sociale e del diritto alla salute dei cittadini». Parole, promesse, dichiarazioni, spese oltretutto in modo anacronistico su una realtà che vede invece 50 dipendenti sulla soglia della messa in mobilità. Quello che poteva essere fatto non è stato fatto, quello che era stato dichiarato è inutile ridichiararlo sotto dettatura di un’agenda elettorale. «E’ tempo di mettere il turbo» ha detto qualche giorno fa il Premier Matteo Renzi. Qualcuno a Siena e in Toscana, dello stesso colore politico, ha messo la retromarcia. La Toscana con ogni probabilità dirà addio al sogno della Pharma Valley e Siena alla Siena Biotech. Ma la dignità di una città e di una comunità ferita dalla crisi e dalla malapolitica resta. Inutile continuare a girare il coltello in quella ferita. Non lede più la pelle ma la dignità delle persone. E non porta voti, se questo interessa di più.

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