fusioni

Alla fine hanno scelto i cittadini e a prevalere sono stati i no. E’ questo l’esito dei tre referendum che si sono svolti nei sei Comuni toscani che, tra ieri e oggi, sono stati chiamati al voto se fondersi o meno. I referendum consultivi hanno interessato Castellina Marittima e Riparbella in provincia di Pisa dove a vincere è stato il no con rispettivamente il 61,6% e 73,38%; a Castiglione Fibocchi (no per il 64%) e Capolona (sì 59%) in provincia di Arezzo e a San Marcello e Piteglio in provincia di Pistoia dove a vincere è stato il sì (84,82% e 69,56%).

L’affluenza Il primo dato ha riguardato l’affluenza al voto. I cittadini che più numerosi si sono recati alle urne sono stati quelli di Castiglion Fibocchi (quasi il 71 per cento), ma con Capolona, la media scende al 47,69 per cento. A Riparbella e Castellina Marittima ha votato complessivamente oltre la metà degli elettori (il 51,26%). Solo un elettore su tre si è recato invece ai seggi sulla montagna pistoiese: un po’ di più a Piteglio e un po’ meno a San Marcello. In tutta la Toscana dal 2012 sono già stati diciassette i referendum che si sono svolti in comuni che avevano deciso di fondersi. Nove hanno detto sì e per otto la fusione c’è già stata: Abetone e Cutigliano lo faranno dal 1 gennaio 2017. I comuni di tutta la regione sono così passati da 287 a 279 (e saranno 278 tra pochi mesi). Otto referendum sono stati invece bocciati.

I verdetti Il dato più alto nel capoluogo di Riparbella (sezione 1) con i no che hanno superato l’80%. Appena 14 voti di differenza (149 a 135) nella sezione 2 di Castellina (quella de Le Badie) con il sì che si è imposto con il 52,46%. Ad Arezzo decisivo il no del 64% dei castiglionesi che annulla il si del 59% dei residenti a Capolona. A Castiglion Fibocchi i no sono stati 778 pari al 63,72% mentre i sì 443 pari al 36,28% (6 le schede bianche e 8 le nulle). A Capolona 972 sono stati i sì (59,45%) mentre i no 663 (40,55%) (10 le schede bianche e 9 le nulle). Mentre nella montagna pistoiese complessivamente, hanno votato 2.539 elettori su 7.897 aventi diritto. I sì sono stati 2.049, pari all’82%, i no 450, cioè il 18%. Le schede bianche e nulle, messe insieme, sono state 40. Scendendo al dettaglio dei due Comuni, il voto è stato più nettamente orientato per il sì a San Marcello, dove i voti favorevoli alla fusione sono stati 1.560, pari all’86,4% dei voti validi. 245 i no, per un totale del 13,6%. 15 le schede bianche e 16 le nulle, mentre i votanti totali sono stati 1.836 (il 29,7% degli aventi diritto). Meno orientato il voto a Piteglio. Anche qui hanno vinto i sì con 489 schede, pari al 70,5% dei voti validi. 205 i no, vale a dire il 29,5%. Con 9 tra voti bianchi e nulli, il totale dei votanti alle 15 è stato di 538 persone, cioè il 31,3% degli aventi diritto.

Le reazioni

«Il voto di Riparbella e Castellina è uno schiaffo sonoro sul territorio alle fusioni forzate ed indirettamente denuncia anche il fallimento del modello Abetone, con cui la Regione avrebbe avuto voce in capitolo per fondere dall’alto due comunità, tra un voto contrario ed uno favorevole» ha detto il Sindaco di Volterra Marco Buselli commentando l’esito del referendum. Un tema, quello della contrarietà alle fusioni dei Comuni sotto i 5mila abitanti imposte dall’alto che ha visto Volterra tra i promotori della giornata “Orgoglio Comune” dello scorso mese di marzo. L’evento vide riuniti nella città del Colle 116 sindaci che approvarono il “Manifesto dei cento” con cui è stata ribadita la contrarietà alle fusioni a favore delle autonomie locali e del mantenimento dei piccoli Comuni sui territori. «L’orgoglio sano, fatto di identità e territorio, esce rafforzato da questo referendum – ha aggiunto Buselli che proprio a Riparbella aveva chiuso la campagna elettorale del comitato per il no alla fusione -. Le comunità e i cittadini stanno riscoprendo sé stessi e ci indicano con forza che la strada da seguire è un’altra e non quella che vorrebbero imporci».

«Ci speravo, devo dire la verità, visto che la fusione avrebbe rappresentato la miglior soluzione per una piccola comunità come la nostra – ha detto a caldo il sindaco di Castiglion Fibocchi, Salvatore Montanaro in quota PD – Perché la fusione dei due Comuni avrebbe portato tanti benefici, a partire da una diminuzione delle tasse fino alle numerose risorse che Stato e Regione hanno messo a disposizione di quei Comuni che si fondono. I cittadini hanno rinunciato e come sindaco ho il dovere di prenderne atto e di continuare nel mio mandato, iniziato due anni fa. Pensavo e avevo fiducia nel consenso dei miei cittadini per questo progetto, nonostante ciò volesse dire mettere al primo posto il bene della comunità invece che del mio incarico da sindaco, per esempio. Forse non hanno capito che si trattava di una proposta che andava nella loro direzione. Più benefici per la comunità, meno privilegi e poltrone. Così non è andata e continuerò con il mio incarico, sempre per il bene della mia comunità».

«Purtroppo a Castiglion Fibocchi ha vinto di gran lunga il no e quindi la fusione non potrà essere fatta – ha detto il Sindaco di Capolona Alberto Ciolfi (PD). Per quanti ci riguarda, ringraziamo i cittadini che hanno appoggiato con il sì la proposta avanzata dal Consiglio Comunale all’unanimità. Ovviamente, continueremo tranquillamente a lavorare fino a scadenza del mandato (primavera 2018) con il rimpianto però di aver perso una occasione importante per il nostro territorio, per le famiglie e le attività produttive». «Era prevedibile che accadesse tutto ciò – ha commentato a caldo il risultato nell’aretino il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai che in effetti l’obiezione l’aveva sollevata e affidata ai verbali d’aula già nel gennaio scorso – perché questo è ciò che accade quando la politica fa queste operazioni a tavolino e nelle segrete stanze, lontano dalle popolazioni e dalle loro esigenze».

«Credo che i due comuni abbiamo colto una grandissima opportunità – è il commento del consigliere vice segretario del Pd Toscana Antonio Mazzeo sul risultato del referendum a San Marcello e Piteglio – . Potranno infatti avere più risorse a disposizione e con queste garantire più servizi ai cittadini e più investimenti sul territorio. Proprio per questo come Pd Toscana è una strada che intendiamo continuare ad incentivare con forza anche nei prossimi anni».

Hanno collaborato Simona Buracci e Luca Cellini

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