2228017431La mancanza di oggettività: è una delle tare più pesanti lasciate in dote ai senesi, da chi ha depredato la città in base alla collusione tra il potere finanziario deviato e il potere politico, Pd in testa, con le sue derivazioni nazionali. L’incapacità di stare all’oggettività delle cose nasce soprattutto dal contrasto tra coloro che sono stati protagonisti delle scelte che hanno determinato lo sfascio e gli oppositori del cosiddetto “sistema Siena”. I primi, per salvarsi e autoassolversi dalle proprie responsabilità, fingono di aver fatto autocritica e in nome di un presunto rinnovamento vogliono rimanere al centro del potere della città.

I secondi, gli oppositori di ieri e di oggi, tendono a mettere nel mirino non solo – come pienamente legittimo – i reali detentori del potere, artefici delle scelte pregresse e del mancato rinnovamento attuale, ma additano schiere intere di senesi, più o meno accusati di essere collusi o sudditi o complici, perché hanno votato e rivotato il Pd. In virtù di questa contrapposizione estrema, ogni cosa che accade a Siena è analizzata con lenti bifocali: ma proprio ogni cosa, non solo gli atti amministrativi e politici.

Così, tutto è polemica, urla, facce di gomma e muri di gomma, finzioni, giochini, tatticismi, improperi, rinfacci. Sterili e inutili.  Siena, a mio parere, ha smarrito ogni capacità di stare alla realtà oggettiva delle cose. Il caos regna sovrano e latita il confronto aperto nella città, profondo e a 360° gradi, capace di affermare una nuova progettualità protagonista della città, per definire le direttrici di un nuovo sviluppo che sostituisca nuovo lavoro a quello che spesso veniva assegnato per via clientelare,

Di questo deficit di oggettività ha subito gli effetti, stando a tanti commenti letti su Fb, anche la trasmissione Report dedicata ieri sera al mistero della morte di David Rossi e alle vicende di Mps. Da una parte si afferma: siccome non hanno detto mai che è colpa del Pd, allora la trasmissione faceva schifo. Dall’altra: Report getta ancora fango e scandalismo su Siena. Forse, invece, vale la pena andare oltre e non eludere gli elementi oggettivi che Report ha messo in fila. E, per quanto riguarda i misteri della morte di Rossi, mi permetto di dire, anticipati dalla controinchiesta da me condotta insieme alla collega Antonella Mollica sul Corriere Fiorentino.

Allora, provo a fare uno sforzo, elencando gli elementi oggettivi che sono emersi, a mio parere, dalla trasmissione. Per quelli che riguardano la morte di Rossi, rimando ai link degli articoli precedenti apparsi sul “Corriere”, visto che la trasmissione ha evidenziato i medesimi dubbi oggettivi (8 novembre 22 novembre I 22novembre II)

Rispetto a questo la Magistratura senese ha già fatto sapere di non voler riaprire il caso. E la circostanza è preoccupante. Oggettivamente. Stando agli elementi concreti evidenziati, non ad illazioni nè scandalismi. Anche il sindaco Bruno Valentini, stamani ha detto che sussistono gli elementi per riaprire le indagini. E forse di questo la città avrebbe oggi bisogno. Per il resto, i colleghi di Report hanno messo insieme una ricostruzione oggettivamente inquietante. Elenco alcuni elementi.

«David aveva un ufficio al ministero degli Interni, almeno dal 2008», a dirlo un amico, che è voluto restare anonimo. Ancora: secondo quanto riferito da Milena Gabanelli durante la trasmissione, Antonella Tognazzi, la moglie che non ha mai creduto nel suicidio, avrebbe affidato una perizia calligrafica sui biglietti, con messaggi a lei indirizzati, trovati nell’ufficio di Rossi a Rocca Salimbeni quella sera di marzo 2013.

Durante la trasmissione anche un altro anonimo, definito “un monsignore” a conoscenza delle vicende legate allo Ior, ha riferito che Mussari e Rossi si sarebbero recati spesso in Vaticano e che allo Ior sarebbero stati aperti quattro conti “coperti”, nei quali sempre secondo l’anonimo sarebbero transitati parte dei soldi utilizzati da Mps per acquistare Banca Antonveneta dal Santander nel 2007.

Ancora: tra le ipotesi emerse da altre testimonianze, tra le quali un’analista, anche lei anonima, il fatto che le Autorità di Vigilanza (Bankitalia e Consob) fossero a conoscenza da anni della situazione difficile di Mps e che il presidente Alessandro Profumo e l’ad Fabrizio Viola sapessero delle difficoltà create dai derivati Alexandria e Santornini, ben prima di trovare il contratto firmato da Mussari con Nomura, per la ristrutturazione di Alexandria, nell’ottobre 2012.

Infine, l’avvocato Paolo Emilio Falaschi, uno dei piccoli azionisti della banca, ha mostrato durante la trasmissione una relazione di Banca Italia datata 9 marzo 2007, nella quale via Nazionale scrive della difficile situazione di Antonveneta, la banca che pochi mesi dopo Mussari acquisterà dal Santander. Chi vuole, può rileggersi il verbale della trasmissione in Pdf.

Di fronte a tutto questo non basta, a mio parere, a giustificare inerzie e latitanze, il concetto che “noi senesi siamo stati bischeri”, estrapolato dalla lunga intervista a Valentini. C’era molto di più, che andava ben oltre le mura senesi. Ma per non essere bischeri adesso, per esempio, bisogna quantomeno rimanere sconcertati dalle dichiarazioni di Luca Bonechi sulla Sansedoni. Che eludono e spiegano ben poco di tracolli ed affari del ramo immobiliare di Fondazione e Banca. Oggettivamente.

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