Venerdì 7 aprile sono stato invitato a Pisa per presentare il libro “Tourism Incoming“, scritto dall’amico Claudio Cerrai insieme a sua moglie Tamila Gvelesiani.

Lui italiano, lei georgiana hanno voluto mettere insieme le loro competenze professionali in campo formativo e didattico, in un volume che vuole rispondere alla necessità di avere un testo sintetico, ma efficace sull’industria del turismo e dell’accoglienza.

Senza voler fare anticipazioni improprie sui contenuti del libro (l’appuntamento è appunto venerdì prossimo, alle ore 17.30, nella Sala Regia del Comune di Pisa, con me ci saranno anche i professori Marco Giannini e Serena Gianfaldoni), la cosa che più mi è piaciuta è l’intenzione con cui è stato pensato: quello di trasmettere agli studenti degli istituti alberghieri della Georgia, dell’Italia o di qualsiasi altro Paese – il libro è scritto in lingua inglese proprio per questo – le necessarie conoscenze sul mondo del turismo, così che essi possano meglio comprendere il loro ruolo ed il loro lavoro all’interno di una singola azienda.

L’idea è illuminante: chiunque entri nel mondo del turismo – un settore che incide per oltre il 10% della ricchezza mondiale e che cresce al ritmo del 5% ogni anno – deve conoscere alcune chiavi di lettura e di funzionamento. Claudio e Tamila sono partiti proprio dalle loro esperienze dirette, per cercare di dare indicazioni precise – faccio solo un esempio – sulle caratteristiche della globalizzazione nel mondo turistico, sugli effetti che ha generato e sta generando sulle economie più avanzate e su quelle medio-piccole, su come ha cambiato le strategie degli operatori, ad esempio le catene alberghiere presenti in più paesi, che devono sapere conciliare una politica aziendale di brand con le differenti caratteristiche di ogni paese in cui sono presenti o dove desiderano aprire o acquistare hotel.

Ecco questo desiderio di voler offrire ai giovani di tutto il mondo un testo utile a capire il turismo, nella speranza che il libro possa essere adottato proprio come strumento didattico, mi sembra una cosa positiva, che va oltre il consueto tirare a campare.

Basta uscire ogni tanto dai confini di casa (vale per l’Italia come per ogni altro paese) per scoprire il piacere di coltivare obiettivi più ambiziosi.

 

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