«Una settimana fa vengo a scoprire che la pediatra dei miei figli, una persona responsabile e dedita al suo lavoro, prima ancora che una professionista, non potrà più essere il punto di riferimento per la cura dei miei bambini per dinamiche legate alla figura del terzo pediatra nel comprensorio di Montepulciano». Inizia così il grido di disperazione e stupore che una mamma ha affidato ad una lettera che ci è stata recapitata in redazione nei giorni scorsi. Un caso quello del taglio del pediatra in Valdichiana – Cristina Favagrossa del comprensorio Usl Toscana sud est Montepulciano, Chianciano Terme e Pienza – che sta creando non poche problematiche e suscitando molte perplessità. Un contratto a tempo determinato scaduto il 31 ottobre – come comunicato dalla Usl – che invitava nei giorni scorsi le famiglie, fino a ora seguite dalla dottoressa, a scegliere il nuovo pediatra tra quelli già operanti in zona. «Entrambi i miei figli – spiega la donna nella lettera – hanno patologie particolari e sono in cura al Meyer per controlli periodici e la dottoressa è stata sempre una certezza in zona. Puntuale, sensibile, attenta, premurosa e capace di risolvere problematiche complesse, mi ha permesso di stare tranquilla grazie al suo appoggio professionale.  Con queste righe non voglio fare polemica o affrontare argomenti che dovrebbero essere analizzati in maniera accurata, ma voglio semplicemente mettere in evidenza l’importanza della dottoressa non solo come professionista ma anche come persona». «L’assenza della dottoressa – prosegue la donna – rappresenterà un disagio per tutti quei genitori che si troveranno ad iniziare nuovamente un percorso di equilibrio con il medico dei loro figli o che avranno urgente bisogno di una figura di riferimento. La riduzione del numero dei pediatri non potrà che ridurre anche il tempo da dedicare ai bambini. E’ vero – conclude la donna – è un lusso per un pediatra avere la possibilità di accogliere i suoi piccoli pazienti senza una clessidra che pesa come una spada di Damocle, ma è proprio saper e poter dedicare il tempo alle persone che fa la differenza e tutela i diritti dei bambini».

Il taglio al numero dei pediatri in Valdichiana, dunque, sta creando molti disagi, soprattutto alle famiglie che hanno in casa bambini con patologie gravi che comporterebbero un rapporto più assiduo con il medico, che diviene per molti porto sicuro dove riparare le proprie paure e al tempo stesso attingere alla speranza che i bambini vengano seguiti con la necessaria assiduità. Rapporto di costanza e abnegazione che potrebbe venir meno laddove il pediatra ha mille bambini da seguire. Un tempo si parlava di tagli trasversali, per dire che la razionalizzazione seguiva la mera logica del falcidiare posizioni. Nel caso di cui stiamo parlando, invece, il taglio di un pediatra sembra non tenere conto che i piccoli pazienti dovranno emigrare presso altri pediatri che godono della libertà di poter svolgere anche la libera professione, cioè visitare bambini di altri pediatri dietro corrispettivo. Cosa che amplia la platea delle visite possibili in una giornata.

Il contratto nazionale fissa in 800 il numero dei piccoli pazienti che un pediatra può avere. Numero dopo il quale scatta un secondo pediatra di base a disposizione della comunità. La Regione Toscana adotta una deroga e questo numero lievita a 900 con il secondo pediatra che scatta ad un numero più alto. Rimanendo alla situazione della Valdichiana, con l’adozione di questo parametro si ha che i pediatri a disposizione diminuiscono e con il taglio di uno, nel caso specifico di Cristina Favagrossa, i suoi piccoli 450 assistiti saranno costretti a trovarsi altri pediatri che di conseguenza si troveranno a gestire un numero molto più alto di bambini, oltre a quelli che possono prendere in cura con la libera professione.

 

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