In caso in cui domenica non dovesse piovere in maniera sufficiente a ricaricare il fiume facendolo scorrere in alveo e quindi ad alimentare Puretta, da mercoledì 13 settembre entrerà in vigore il piano di razionalizzazione previsto da Asa e già condiviso con le amministrazioni di Pomarance e Volterra, nonchè con l’ufficio della Protezione Civile. E’ quanto annuncia in una nota il Comune di Volterra spiegando che «il piano si articola essenzialmente sulla sospensione dell’erogazione dell’acqua potabile sulla rete urbana e extraurbana approvvigionata da Puretta, per 24 ore consecutive (10 am-10 am), alternando la chiusura un giorno a Pomarance e un giorno a Volterra».

Cisterne fisse per limitare i disagi «Come opera di mitigazione del disagio che potrà essere arrecato – spiega ancora la nota -, è stato disposto un piano straordinario consistente nella distribuzione sul territorio in punti strategici, di un numero considerevole di cisterne fisse (40 su Volterra e 15 su Pomarance), da approvvigionare con autobotti provenienti da Ponteginori. Per quanto riguarda la situazione igienica, le botti sono idonee a contenere liquidi potabili e fornite già sterilizzate e idonee a essere immediatamente riempite». Per quanto riguarda le strutture pubbliche, il carcere ha una propria linea di approvvigionamento, quindi non viene distaccato; l’ospedale verrà alimentato senza problemi, avendo una propria linea; al Santa Chiara, esistono problemi legati all’impossibilità di lasciare le reti attive quindi Asa si dovrà attivare a rendere operativa la linea già fatta a agosto, per scaricare l’acqua dalle autobotti; alla. Rems, se ci sono serbatoi di accumulo dovrà essere prevista una linea per scaricare le autobotti; mentre sulle scuole dovrà essere fatta una valutazione istituto per istituto.

Il sindaco: «Siamo in emergenza» «L’incontro in Regione sulla crisi idrica – spiega il sindaco Marco Buselli – non ha dato risposte sulla politica degli invasi. Adesso siamo in emergenza e dobbiamo pensare a risolvere le criticità quotidiane, ma è indispensabile aprire da subito il confronto su Pian di Goro o su altre soluzioni, più diffuse e dal minor impatto economico, da realizzare per affrontare e risolvere il problema idrico in prospettiva futura. Tutto ciò mentre stiamo pressando per chiudere col raddoppio dell’acquedotto da Ponteginori a Volterra: un’opera indispensabile che abbiamo fortemente voluto e per cui non possiamo perdere tempo. Il ragionamento più generale riguarda invece anche la presenza di Solvay ed il suo impatto sulla risorsa idrica. Mentre da noi corrono le autobotti o si piazzano le cisterne, a loro l’acqua non manca. E non possono certo bastare i 4.650.000 euro che ancora devono dare al territorio, per rendere sostenibile la presenza

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