Annunciata di Palermo, foto Leonardo BaldiniRagazzi con sindrome di Down, autistici e portatori di handicap che ‘interpretano’ i personaggi raffigurati nelle opere di grandi autori, in particolare del Seicento italiano, Caravaggio e artisti a lui vicini. E’ il tema della mostra fotografica ‘Divine creature’ che presenta per la prima volta al pubblico, da domani al 17 aprile nello Spazio mostre temporanee del Museo dell’Opera del Duomo, dieci lavori fotografici che rivisitano altrettanti capolavori di arte sacra, sostituendo appunto ai protagonisti immaginati dai pittori donne, uomini e bambini portatori di disabilità. Le opere scelte, di cui si può vedere l’originale accanto ad ogni maxifoto, sono di Caravaggio, Lodovico Cardi detto il Cigoli, Antonio Ciseri, Mantegna, Antonello da Messina, Giuseppe Montanari, Rosso Fiorentino e Tiziano. Rappresentano nel loro complesso le tappe fondamentali della vita di Cristo, dall’Annunciazione fino alla Resurrezione.

Trasporto di Cristo al Sepolcro, foto di Leonardo BaldiniNatali: «In mostra l’invenzione poetica» Per la preparazione della mostra – progetto di Stranemani International, fotografo Leonardo Baldini con la collaborazione di associazioni che si occupano di handicap – si è lavorato a lungo, sei mesi di tempo, con il coinvolgimento di 45 persone, tra disabili e i loro familiari, in un complesso lavoro di trucco, posa e poi di postproduzione delle immagini. Si è deciso di non ritoccare gli interpreti disabili a cui è stato chiesto di interpretare la scena e non semplicemente ripetere i movimenti e le espressioni del soggetti. Il risultato è di straordinario effetto. I dieci capolavori rivisitati sono l’Annunciata di Palermo di Antonello da Messina, l’Annunciazione di Caravaggio, l’Adorazione del Bambino di Gherardo delle Notti, l’Angiolino musicante del Rosso Fiorentino, il Bacio di Giuda di Giuseppe Montanari, l’Ecce Homo di Lodovico Cardi, il Cristo e il Cireneo di Tiziano, Lamento sul Cristo Morto di Mantegna, il Trasporto di Cristo al Sepolcro di Antonio Ciseri e la Cena di Emmaus del Caravaggio. Antonio Natali sottolinea, nel catalogo che contiene interventi di Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera, Adamo Antonacci, Leonardo Baldini e Andrea Mannucci, che nella mostra «c’è prima di tutto l’invenzione poetica: l’idea cioè di ricreare nel presente e con persone reali una figurazione dipinta nel passato». «Divine Creature – sottolinea Verdon- è una mostra d’arte nello spirito del Vangelo così come ce lo illustra Papa Francesco».

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