Due migranti, uno del Gambia, l’altro della Guinea Bissau, che il 12 febbraio 2016 vennero picchiati in un centro di accoglienza in Toscana dal titolare di una cooperativa, hanno accettato il risarcimento dei danni e quindi non saranno parte civile nel processo contro lo stesso aggressore. E’ quanto deciso in un’udienza preliminare contro il gestore del centro e due operatori. Il procedimento è per accuse a vario titolo di lesioni, rapina e calunnia. Il fatto avvenne in un centro per immigrati a Castelfiorentino, in provincia di Firenze.

Le indagini Secondo l’inchiesta del Pm Leopoldo De Gregorio, i due africani vennero colpiti con un manico di scopa per motivi che sarebbero diversi: uno di loro perché avrebbe contravvenuto a regole della struttura, l’altro perché stava riprendendo col telefonino, in video, la ‘punizione’. Ebbero 10 giorni di prognosi entrambi. Da queste circostanze furono aperte le indagini che hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio per il titolare della cooperativa e due addetti della struttura. Adesso i due migranti, assistiti dall’avvocato Massimo Fusi, nell’udienza odierna davanti al Gup hanno accettato un risarcimento e rinunciato a costituirsi parte civile. «Abbiamo rimesso anche querela oltre a manifestare la rinuncia a costituirci parte civile» ha detto l’avvocato Fusi. «Si è ritenuto di dover comporre con una transazione un aspetto che aveva riferimento in pretese di natura civilistica – spiega l’avvocato Sigfrido Fenyes, difensore dell’accusato -. Inoltre la transazione ha anche dato modo di trovare un punto di chiarimento» nella vicenda pur essendo chiaro che prescinde dall’accertamento delle responsabilità penali che prosegue con l’udienza preliminare aggiornata dal Gup al prossimo 4 settembre.

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