Sarà Vittorio Sgarbi ad inaugurare il 6 maggio la mostra “Domenico di Bartolo Ghezzi. Cronache di Misericordia”. Il programma della giornata (Chiesa monumentale Sant’Agostino, ore 17.00) prevede i saluti del sindaco di Asciano, Paolo Bonari, del presidente della Pro Loco, Luca Barbi, del responsabile del progetto “5 Talenti per Asciano Città d’arte”, Franco Sartini, gli storici dell’arte Cecilia Alessi e Enrico Toti, componenti il comitato scientifico, Augusto Codogno e il professor Mario Ascheri, autori dei testi del libro dedicato al pittore e alla storia di Asciano.

Sgarbi in cattedra A seguire la Lectio magistralis di Vittorio Sgarbi intitolata “Domenico di Bartolo, missione Firenze, tra slanci e contraddizioni”. Poi verranno aperti i battenti di Palazzo Corboli, museo civico archeologico e di arte sacra, per vedere le opere in mostra che dialogheranno con i capolavori dell’arte senese presenti nel museo. Insieme alla mostra, visitabile fino all’11 agosto, anche una pubblicazione “Domenico di Bartolo, una vita artistica tra luci e ombre” (Maggioli editore) e un docufilm sul paesaggio delle crete senesi come ebbe modo di vederlo l’artista.

Barbi (Pro Loco): «Nostra forza è l’esercito di 60 volontari» La mostra è promossa e organizzata dalla Pro Loco, in collaborazione con il Comune di Asciano, e il contributo di sponsor privati (Banca Cras, De Gortes, Treemme, De Munari, Lodovichi, Segis). «Si tratta di un grande progetto che ci dà una visibilità diversa da quelle che erano le nostre abitudini, – dichiara il presidente della Pro Loco Barbi – Un progetto ambizioso che credo sia riuscito». Barbi ha anche ricordato quale è la vera “forza” della Pro Loco: oltre 60 volontari dai 12 agli 82 anni, anche di diverse etnie visto che ultimamente si sono aggregati anche molto richiedenti asilo.

Il sindaco Bonari: «Un piccolo investimento che ci ha restituito grande visibilità» «Il Comune di Asciano ha investito 12500 euro in questa iniziativa, un valore molto piccolo per eventi di questa portata ma che ha permesso di avviare il progetto – ha spiegato il sindaco Bonari –  e far sì che tutti quelli che ci hanno lavorato hanno portato al territorio un valore di almeno 10 volte superiore. Nel nostro piccolo abbiamo dato l’esempio di come deve essere il rapporto tra pubblico, volontariato e privato. Un progetto in cui tutti hanno vinto: il Comune perché questa mostra porterà visitatori nuovi promuovendo il territorio; i volontari che riescono mettere a frutto la loro passione per il paese e le aziende che si legano a doppio filo al territorio promuovendo anche i loro prodotti».

Toti (Comitato scientifico): «Valorizzazione di un territorio e di un artista» «Questa mostra rappresenta la valorizzazione di un territorio e di un artista, come Domenico Di Bartolo – ha aggiunto Toti del Comitato scientifico – che, attraverso le ricerche documentarie sappiamo con certezza essere nato ad Asciano. Abbiamo messo insieme le sue opere più importanti, come la Madonna dell’Umiltà del 1433 che in via davvero eccezionale il Polo Museale Toscano e la Pinacoteca ci hanno concesso in prestito e che è ritenuto il suo capolavoro. Di Bartolo ha lasciato poche opere e ben due sono presenti in questa mostra».

Sartini (5 talenti per Asciano): «Asciano ritorni ad essere città d’arte e di cultura» La mostra dedicata a Domenico Di Bartolo rientra in un più ampio progetto dal titolo “5 talenti per Asciano città d’arte”: «E’ un progetto pensato per ritrovare le nostre radici e restituire ad Asciano il ruolo che ha avuto e che deve tornare ad avere come città d’arte e di cultura – spiega il responsabile del progetto Sartini -. L’anno scorso abbiamo ritrovato tra i nostri concittadini “dimenticati” Claudio Tolomei, quest’anno Domenico di Bartolo e ci sono altri che attendono  di essere “rispolverati” e restituiti alla visibilità e al loro ruolo».

Capolavori in mostra Domenico di Bartolo (Asciano, 1400/1404 – Siena, 1444/1447) fu interprete autentico del Rinascimento senese, la mostra consentirà una lettura ravvicinata di alcune tra le sue opere più importanti in rapporto con i pittori del Quattrocento senese, alcuni dei quali ben rappresentati nel museo ascianese, da Francesco di Valdambrino a Martino di Bartolomeo, da Matteo di Giovanni a Luca della Robbia fino a Jacopo della Quercia. “Domenico di Bartolo Cronache di Misericordia”, (Asciano, 6 maggio – 11 agosto 2017) consente una lettura ravvicinata di alcune tra le opere più significative dell’artista, anche in rapporto con gli altri pittori senesi del Quattrocento. Esse suggeriscono le radici del percorso artistico di Domenico, i suoi riferimenti stilistici, gli esiti della sua pittura. Il rapporto con la scultura contemporanea fu, ad esempio, per Domenico una fonte continua di ispirazione, come testimonia la sua frequentazione con Jacopo della Quercia. Una sua statua lignea, “Madonna col Bambino”, proveniente da Villa a Sesta, sarà visibile in mostra. Così come le innovazioni conosciute da Domenico sono ben presenti nella “Madonna dell’Umiltà”, prestito concesso dalla Pinacoteca Nazionale di Siena, che figura in mostra, la cui iconografia è un vero e proprio atto di ossequio alle prediche mariane tenute da San Bernardino nella Piazza del Campo e in San Francesco per la Quaresima del 1427.Altro caposaldo della sua opera, esposto in mostra, è la “Vergine Assunta”, a mezzo busto dei Conservatori Femminili Riuniti di Siena, a testimoniare la devozione del pittore ai modelli più famosi della stagione gotica, in primis Simone Martini, la cui Assunta, dipinta a fresco nell’Antiporto di Camollia sarà exemplum irrinunciabile per  tutti i pittori senesi.Tra le opere di altri pittori esposti, da segnalare la “Madonna col Bambino” di Luca della Robbia, proveniente dalla chiesa della Fraternita di Foiano della Chiana, importante riferimento tratto dalla sua esperienza fiorentina dove, oltre al Veneziano, Masaccio e agli altri grandi artisti del primo Rinascimento, Domenico potè apprezzare anche le terrecotte invetriate e le cantorie prodotte dalla celebre bottega robbiana. Infine, sarà visibile un “graduale miniato”, proveniente da Pomarance, che costituisce uno degli ultimi lavori del pittore che tra l’altro non riuscì a completare.

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