«Si stima che, nelle acque dell’Arcipelago Toscano, la plastica in superficie raggiunga picchi di densità pari a 10 kg/km2, una delle concentrazioni più elevate nel Mar Mediterraneo e negli oceani di tutto il mondo». E’ quanto reso noto durante la tappa elbana del “Pelagos Plastic Free”, progetto per la raccolta di microplastiche in mare e che ne misura l’impatto sulla fauna marina nel Santuario dei cetacei. L’equipaggio franco-italiano di Expedition Med che realizza le ricerche scientifiche del progetto, spiega una nota, ha incontrato all’Isola d’Elba i ragazzi di “Vele Spiegate”, i volontari di Legambiente e Diversamente Marinai che raccolgono e censiscono i rifiuti sulle spiagge.

Cattiva gestione dei rifiuti urbani Come spiegato da ricercatori e volontari, «il progetto nasce dalla necessità di ridurre l’inquinamento marino da plastica per proteggere le diverse specie di cetacei che vivono nel Santuario Pelagos. La cattiva gestione dei rifiuti urbani è la causa principale dell’inquinamento da plastica, dunque la prima area di intervento è la governance dei rifiuti». I ricercatori di ExpeditionMed raccolgono campioni nelle zone di accumulo dei rifiuti marini che coincidono con quelle di alimentazione dei cetacei, e in tre grandi fiumi e porti: in Arno e nel porto di Pisa in Toscana, nel fiume Golo e nel porto di Bastia in Corsica, nel fiume Varo e nel porto di Nizza. I ricercatori stimano che solo nel Mar Mediterraneo ci siano «250 miliardi di frammenti di plastica in superficie» ma «la plastica è presente anche nella colonna d’acqua e in quantità ancora maggiori sui fondali, dove si stima che superi le 100 milioni di tonnellate».

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