cacciatore_caneForte preoccupazione da parte della Cia Toscana sulla Legge obiettivo (straordinaria ad hoc) per fronteggiare la sovrappopolazione di ungulati nella nostra regione. I motivi sono stati illustrati dalla Cia Toscana in una dettagliata lettera, a firma del presidente Luca Brunelli, inviata all’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi.

“Continuiamo a sostenere validità della L.R. 10/2016 – ha sottolineato la Cia Toscana -, il rischio al quale si sta concretamente andando incontro, è quello della mancata attivazione degli interventi previsti dalla Legge obiettivo nel primo anno della sua operatività. Siamo indietro dalla definizione delle modalità di caccia, alla formazione dei selettori, al prelievo venatorio e controllo nelle diverse aree, sui criteri di individuazione delle aree vocate e non vocate, sul risarcimento dei danni, sulla piena operatività e funzionamento della governance. Chiediamo alla Regione Toscana il massimo sforzo per scongiurare questa ipotesi, che determinerebbe un aumento dei danni alle produzioni ed alle imprese agricole e, sul piano politico, il naufragio di una iniziativa legislativa perseguita con determinazione dalla Giunta Regionale, con il conseguente ritorno ad un caos normativo e gestionale difficilmente recuperabile”.

Non c’è tempo da perdere – secondo la Cia Toscana – per la risoluzione di un problema annoso che ha sempre visto la Confederazione in prima fila. Intanto serve l’immediata attivazione, a pianificazione faunistica vigente, di tutti gli interventi previsti dalla Legge Obiettivo, con lo scopo di avviare da subito l’azione di contenimento degli ungulati e di mantenere gli impegni previsti nella prima annualità di applicazione della Legge. Quindi, aggiunge la Cia Toscana, il potenziamento degli interventi di controllo degli ungulati (ex Art. 37), estendendone l’applicabilità a tutte le aree non vocate, semplificando le procedure di attivazione degli interventi, svincolando l’utilizzo dei “chiusini” dalle condizioni e dalle procedure previste per gli interventi. Inoltre, è necessario un contestuale proseguimento del confronto sul nuovo Piano Faunistico Regionale, finalizzato ad arrivare alla definizione del Piano ed all’individuazione delle aree vocate e non vocate nel più breve tempo possibile, con una sostanziale modifica della proposta presentata, che garantisca il rispetto pieno dei criteri di Legge a tutela di tutte le produzioni agricole, considerando come non vocate tutte le aree agricole e le aree boscate contigue, anche superiori ai 40 ettari.

Per la Cia Toscana la priorità assoluta deve essere data all’immediata attivazione degli interventi di prelievo previsti dalla Legge, sulla base della classificazione attuale dei territori e degli istituti e in attesa della definizione dei Piani di gestione delle varie specie e della connessa identificazione dei nuovi territori vocati e non vocati. L’impostazione dei nuovi strumenti di pianificazione faunistica – secondo la Cia Toscana -, in un quadro istituzionale e normativo radicalmente mutato richiede, infatti, un percorso di approfondimento e condivisione i cui tempi, per quanto celeri possano essere, rischiano comunque di risultare incompatibili con l’urgenza delle azioni di prelievo faunistico finalizzato al contenimento degli ungulati.

E’ anche per questo, conclude la nota di Cia Toscana, che sollecitiamo la Regione ad accelerare la messa a regime del funzionamento della nuova governance, che deve essere efficace, snella, dinamica e veloce, evitando duplicazioni, sovrapposizioni o vuoti favorendo la piena operatività degli Atc, degli uffici territoriali, delle amministrazioni provinciali e della polizia provinciale.

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