rifiutiDiminuiscono la produzione dei rifiuti pro capite e la raccolta differenziata a fronte di un forte incremento dei costi di servizio che ricadono sulle tasche dei cittadini. E’ la fotografia impietosa della gestione e del servizio dei rifiuti affidato dal gestore unico per le province di Siena, Arezzo e Grosseto, Ato Toscana Sud, al consorzio di imprese Sei Toscana. I risultati prendono in esame la gestione dei rifiuti dal 2013 al 2015, prima e dopo l’affidamento alla società Sei Toscana, avvenuto nel 2014. Li ha prodotti un’analisi condotta dal Centro Studi Sintesi di Mestre su commissione di Rete Imprese Italia-Siena, e coordinata dal professor  Federico Della Puppa. Questa mattina sono stati presentati alla stampa a Siena.

pag14I numeri Secondo quanto emerso la produzione dei rifiuti pro capite nelle tre province (106 Comuni per una popolazione di 878mila abitanti, anche se da novembre 2015 sono compresi nel servizio anche sei comuni in provincia di Livorno) sarebbe calata dell’8,6% (passando dai 596 kg per abitante del 2013 ai 545 kg del 2015), mentre nel resto della Toscana la produzione è aumentata del 2% (stabile nel resto d’Italia).

Raccolta differenziata Di contro è scesa la percentuale di raccolta differenziata prodotta del 6,1%, passando dal 39,1% del 2013 al 36,7% del 2015, in forte controtendenza rispetto ai risultati ottenuti a livello regionale (dal 42,2% al 46,1% con un miglioramento del 8,5%) e nazionale (dal 42,3% al 47,5%, con un miglioramento del 10,9%. «L’andamento 2013-2015 – sottolinea la nota del Centro Studi Sintesi – mostra un netto ampliamento del divario tra performance dell’Ato e performance nazionali e regionali: il divario passa dal 7-8% circa nel 2013 al 21-22% circa nel 2015. Ed è questo un aspetto molto negativo».

slide_conf_stampa_13_03_2017_defCosti di gestione Non va meglio nemmeno l’analisi dei costi di gestione, nonostante la minore produzione di rifiuti e di differenziata. Rapportando, infatti, i costi di gestione alle tonnellate smaltite viene rilevato un incremento dei costi di smaltimento del +20%, passando da un costo di smaltimento a tonnellata pari a 282 euro (2014) a 339 euro (2015), con una crescente incidenza dei costi fissi (+90,7%) e pesanti ripercussioni sul calcolo della Tariffa Rifiuti pagata da cittadini e imprese. «Nell’ATO Toscana Sud – si legge nella ricerca -, ad una diminuzione della produzione pro-capite di rifiuti pari a -7% dal 2013 al 2014, corrisponde un aumento del costi del servizio del 12% circa. Ed è questo un aspetto molto negativo». Così come è aumentato il costo del servizio ad abitante dal 2013 al 2014 del 11,3% mentre il costo a tonnellata del 12,6%. «Ed è questo un aspetto molto negativo». Questi e altri dati presentati non sembrano, dunque, lasciare troppi dubbi.

«Modello gestionale inefficiente» «L’incremento del +12% dei costi sostenuti dai cittadini al quale corrisponde una diminuzione del -4% delle tonnellate prodotte (dal 2013 al 2015) e i costi unitari al 2015 maggiori del +4% rispetto sia le medie nazionali che regionali, al contrario nel 2013 quando i valori risultavano inferiori nell’Ato Toscana Sud rispetto i due contesti analizzati (-13% rispetto la Toscana, -6% rispetto la media nazionale) dimostrano che si tratta di un modello gestionale inefficiente».

Flettono le performance gestionali La ricerca evidenzia come la quantità gestita di rifiuti per mezzo impiegato sia diminuita del 19%, così come le persone servite dal singolo addetto (-19%) e le tonnellate gestite (-23%). Anche perché, parallelamente, sono cresciuti il numero dei dipendenti da 895 a 998 e le posizioni dirigenziali da 4 a 6.

Ma aumentano i ricavi aziendali L’analisi dei bilanci di Sei Toscana – è ancora la ricerca – evidenzia come nei primi due anni di gestione vi sia stato un incremento del valore della produzione, con un bilancio positivo e un valore della produzione al 2015 di 165 milioni di euro, in aumento di 20 milioni rispetto l’anno precedente (+12,9%). A fronte di tale incremento, tuttavia, si rileva una diminuzione della produzione dei rifiuti del -4% dal 2014 al 2015. In pratica dice la ricerca «A fronte quindi di una diminuzione della produzione di rifiuti i cittadini pagano di più».

Inchiesta ancora in corso «La presenza di un gestore unico non ha limitato le disparità tariffarie esistenti tra i diversi comuni del territorio servito e negli anni si è registrato un incremento diversificato e in alcuni casi molto rilevante del servizio» spiega una nota di Rete Imprese Italia-Siena. La ricerca poi si sofferma anche sull’accordo di gestione affidato a Sei Toscana da Ato Toscana Sud in seguito alla gara per la gestione unica dell’intera filiera dei rifiuti che, come abbiamo scritto più volte, è sottoposta ad una inchiesta della Magistratura di Firenze per turbativa d’asta.

Le imprese: «Grande pasticcio da non ripetere»«Era la fine del 2014 quando per la prima volta definimmo un ‘grande pasticcio’ la situazione che si stava profilando – ha detto questa mattina nel corso della presentazione dei dati, Carlo Conforti, presidente di turno di Rete Imprese Italia Siena – l’effetto evidente della nuova gestione unica era un pesante e generalizzato aumento di tariffe. Lo studio di Sintesi non fa che avvalorare l’impressione di fondo, e cioè una sostanziale abdicazione dell’Ato rifiuti rispetto al ruolo di indirizzo e controllo di cui era investito. E come conseguenza, l’attuazione di scelte operative che, al di là dei risvolti giudiziari nel frattempo emersi, non sono andate certo incontro alle esigenze della gran parte di cittadini e imprese. Un’occasione di efficientamento e risparmio è stata pesantemente vanificata. Il primo obiettivo di questo studio è far sì che questo non si ripeta».

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