Il decreto ministeriale adesso c’è e porta la data del 20 aprile 2017. Ma in Italia c’è già chi si era organizzato per gestire il sistema dei rifiuti con la tariffa puntuale, quella cioè che consente di attuare un effettivo modello di tariffa commisurata al servizio reso a copertura integrale dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati. E i risultati sono a dir poco positivi: in provincia di Treviso con la tariffa puntuale – si paga ciò che si produce – le famiglie pagano in media 186 euro e la percentuale di differenziata è arrivata all’85%. A Venezia la tariffa è puntuale, i soci serviti dal gestore sono circa 50 e la differenziata sale al 65%. E a Siena, Arezzo e Grosseto, nella Toscana dell’Ato sud, cosa succede? Non c’è la tariffa puntuale, salvo un’eccezione sperimentale nel Chianti senese, il porta a porta viene applicato in modo non uniforme e la raccolta differenziata di area vasta si ferma al 39%. Un’area dove, ad oggi, la raccolta dei rifiuti avviene per il 67% coni cassonetti, per il 29% con il porta a porta e il 4% condominiale.

La situazione nell’area vasta Il quadro, insoddisfacente per l’area vasta vista da sud, è emerso dal secondo seminario tecnico organizzato da Sei Toscana, rivolto agli amministratori e ai funzionari di settore dei 105 comuni dell’Ato. Sindaci, assessori e tecnici di oltre sessanta Comuni hanno avuto modo di approfondire, discutere e condividere la tematica dei differenti modelli di raccolta differenziata attivi nel bacino di riferimento, con uno sguardo a quanto accade in altri territori della penisola. Ad oggi nella Toscana sud ci sono 426 mezzi che fanno il porta a porta, 46mila contenitori per il servizio stradale e 113 camion per la raccolta in strada. Un servizio di svuotamento dei cassonetti che costa 50 milioni di euro. Ci sono 76 isole ecologiche e il piano ne prevede 125. L’obiettivo della differenziata è il 70% entro il 2020.

Montevarchi sperimenta Una situazione variegata e poco uniforme, dunque, che vede proprio i sindaci per primi a non essere soddisfatti e che si devono districare tra costi di gestione tra i più elevati, servizi non sempre all’altezza delle aspettative e cittadini costretti a pagare bollette alte. A lanciare l’allarme nelle settimane scorse con la proposta di sperimentare la tariffa puntuale in un quartiere della sua città era stata Silvia Chiassai, primo cittadino di Montevarchi. «Abbiamo fatto richiesta rispetto a dei cambiamenti sulla tariffa. Il nostro obiettivo è quello di aumentare la differenziata e, allo stesso tempo, migliorare il decoro urbano arrivando ad una tariffa più equa per i nostri cittadini. – ha detto ad agenziaimpress.it – La tariffa puntuale permetterebbe ai cittadini più virtuosi di avere un risparmio in bolletta. Un sistema che può partire come tutti i sistemi in via sperimentale in aree specifiche della città. Noi abbiamo riguardato tutto il servizio di spazzamento che Sei Toscana ci fa pagare, il servizio del porta a porta in particolare ha un costo elevatissimo che si ripercuote sulla tariffa che pagano tutti i cittadini e che non risulta soddisfacente né per i cittadini né per il decoro. Prevediamo di rivedere tutto il piano cittadino».

Un tavolo tecnico operativo Una richiesta la sua che ha visto un’apertura da parte di Sei Toscana che in un comunicato si è reso «disponibile fin da subito a proporre alle Amministrazioni comunali e ad ATO idee e soluzioni tecniche, anche finalizzate alla riduzione della tariffa, ma soprattutto al miglioramento dei servizi e al rapporto con i cittadini. Per chi ha già manifestato interesse, ad esempio, possiamo in tempi brevi avviare un tavolo tecnico operativo che porti alla sperimentazione di una raccolta attraverso cassonetti con specifiche calotte per il riconoscimento degli utenti e quindi ad accesso controllato, propedeutica ad una diversa ripartizione della tariffa e all’introduzione di modelli incentivanti.  L’auspicio è quindi che da tale iniziativa, la discussione possa arrivare ad un tavolo tecnico operativo, all’interno del quale, la collaborazione dei diversi soggetti coinvolti». Staremo a vedere.

Il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna

Da Arezzo a Grosseto Se Arezzo chiede di poter sperimentare non vanno meglio le cose a Grosseto. «Fin dal nostro insediamento abbiamo puntato al miglioramento e l’efficientamento del servizio, nonché all’abbassamento della tariffa che già abbiamo potuto realizzare questo anno fino all’undici per cento – ci spiega Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto -. Abbiamo trovato una situazione disastrosa, con un settore ambiente che era stato smantellato e che abbiamo dovuto ricostruire da zero. Di recente, abbiamo presentato le linee di indirizzo del nuovo Piano di gestione dei rifiuti, un primo passo concreto per quella che non esitiamo a definire come una vera e propria rivoluzione del ciclo dei rifiuti. Un piano ambizioso che mira alla riduzione della produzione dei rifiuti, al miglioramento qualitativo e quantitativo della raccolta differenziata, all’utilizzo di prodotti realizzati con materie prime seconde, all’incentivazione della diffusione del compostaggio domestico. Vogliamo poi introdurre cassonetti intelligenti che funzionano con tessera personale, nuove metodologie di raccolta stradale e spazzamento delle strade. Sicuramente saremo anche impegnati in una efficacia campagna di educazione ambientale del cittadino e di una maggiore attività di controllo sul territorio per la prevenzione dei reati ambientali. L’obiettivo è anche quello di raggiungere il traguardo obbligato del 70 per cento di raccolta differenziata entro il 2020 fissata dall’Ue».

Siena a macchia di leopardo E a Siena? Fatta eccezione per il Chianti senese dove la tariffa puntuale è stata sperimentata, per il resto la situazione è in linea con quella d’area vasta. «Questa progettazione spero possa diventare patrimonio di tutto l’Ato Toscana sud – ha commentato Fabio Lattanzio coordinatore AOR e promotore del progetto “Toscana RifiutiZero” – ovviamente non pretendo che altri comuni dell’autorità scelgano la stessa modalità, molti comuni sono già passati al porta a porta (ma senza tariffa puntuale) e stanno ottenendo grandi risultati sulla raccolta differenziata, altri ancora stanno completando la progettazione del proprio sistema di raccolta, mi auguro che presto tutti però vogliano andare nella direzione della tariffa puntuale anche grazia al nuovo decreto ministeriale».

E tra i sindaci senesi l’idea di forme più eque di pagamento per i cittadini e per l’abbattimento dei costi del servizio sembrano ormai diventate una necessità. «Idealmente ritengo la tariffa puntuale una strada percorribile – ha spiegato il Sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi – dobbiamo stare attenti però a due aspetti: come controllare eventuali comportamenti ‘truffaldini’ da parte dei fruitori del servizio e se i costi di conversione a questo nuovo sistema ricadranno sui cittadini oppure no, altrimenti da una parte si lavora per abbattere le tariffe e dall’altra si rischia di aumentare i costi fissi. Sicuramente mi convincerebbe di più un porta a porta puntuale con codici a barre».

«Sono sicuramente favorevole alla tariffa puntuale – conclude Riccardo Agnoletti, sindaco di Sinalunga – se però si tratta di avere una modalità di misurazione puntuale del consumo reale per i cittadini e non di creare meccanismi di misurazione generici su quanto un Comune produce. Mi dispiace, tuttavia constatare, dal punto di vista di strumentazione e infrastrutture che siamo ancora molto distanti nei nostri territori ad arrivare ad un sistema di misurazione puntuale puro». La sensazione è che la strada da percorrere sia ancora molto lunga.

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