Giordano Pascucci è stato confermato presidente della Cia Toscana. L’elezione è avvenuta quest’oggi a Firenze – in occasione della 5° Assemblea regionale della Confederazione Italiana Agricoltori della Toscana dal titolo “Agricoltori protagonisti” – con il voto unanime dei delegati delle province toscane in rappresentanza delle oltre 20mila aziende agricole della Toscana. Giordano Pascucci è alla guida della Cia toscana dal 2005, e in occasione della riconferma di oggi ha ringraziato tutti i delegati “per la fiducia rinnovata”, promettendo il massimo impegno anche per il ruolo di traghettatore del processo di autoriforma che vedrà, alla fine di questo mandato, l’elezione di un presidente regionale agricoltore. Presenti all’assemblea il vicepresidente nazionale della Cia Enzo Pierangioli e l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini.


Le richieste del mondo agricolo – Più valore aggiunto e più reddito per gli agricoltori: questo, in sintesi, quello che chiede il mondo agricolo toscano. Ma negli ultimi dieci anni il crollo dei redditi in agricoltura registrato in Italia e in Toscana è stato del 36 per cento, contro una crescita del 5% dell’agricoltura europea. “Nonostante questo gap del 41% con l’Europa – ha detto il presidente Pascucci – le nostre aziende vogliono andare avanti”. Lo dimostra la voglia di investimento delle aziende toscane secondo gli ultimi bandi del Piano di sviluppo rurale: 4.250 progetti (di cui 1.598 imprese con nuove richieste) per 230 milioni di euro di investimento (140 per rinnovo macchine o attrezzature e 90 milioni per interventi sul capitale fondiario); mentre 1.285 progetti sono stati presentati per l’innovazione nelle aree montane per 200milioni di euro di investimento.


Patto con la società – “Siamo di fronte ad una scelta – ha detto il rieletto presidente -: il rilancio dell’agricoltura oppure il suo abbandono, per questo bisogna necessariamente basarsi sul reddito e sulla competitività”. In occasione dell’assemblea, la Cia Toscana ha rilanciato il Patto con la Società, in primis per sottolineare il ruolo primario del settore nell’intera economia. “Per scongiurare la marginalizzazione dell’agricoltura – ha proseguito il presidente –, che avrebbe conseguenze devastanti sull’intero sistema socio-economico, la Toscana deve da puntare in modo deciso su un’agricoltura più competitiva, sostenendo attivamente il sistema delle imprese professionali rivolte al mercato. Inoltre deve favorire il mantenimento ed il potenziamento di quella funzione di presidio dell’ambiente e del territorio svolta dall’insieme del sistema impresa diffusa che caratterizza l’agricoltura toscana”. La Cia Toscana vuole una regione più protagonista in Italia ed in Europa, attraverso la definizione di una strategia di politica agricola nazionale con obiettivi chiari e risorse adeguate; con l’applicazione delle stesse norme comunitarie (reciprocità) in materia di sicurezza, salute ed igiene ai prodotti importati, per non avere una concorrenza sleale. Quindi arrivare ad una definizione della nuova PAC post 2013 che supporti l’azione virtuosa e l’impegno del sistema dell’impresa agricola; ed il riconoscimento e valorizzazione del ruolo chiave dell’agricoltura e dell’attività selvicolturale nell’assorbimento dell’anidride carbonica e contenimento dell’effetto serra. Altro tema strategico è quello dell’innovazione “che deve essere al centro della strategia sia di risposta alla crisi – ha detto Pascucci – sia per delineare le future opportunità e strategie dell’impresa  per competere in futuro”. Prosegue poi l’impegno della Cia Toscana per una nuova governance che riesca a limitare la burocrazia e non freni l’attività delle imprese. Dal taglio della burocrazia può partire il Progetto impresa della Cia regionale: “Va promosso l’autocontrollo dell’agricoltore – ha precisato Pascucci – definendo regole chiare e semplici; è necessario sostenere l’aggregazione del prodotto e dei produttori potenziando l’organizzazione economica del sistema delle imprese; rilanciare le strategie di filiera promuovendo tutte le azioni a ridurre i passaggi dal produttore al consumatore, dove gli agricoltori devono essere protagonisti nel mercato. Inoltre promuovere un’agricoltura multifunzionale, favorire il ricambio generazionale, creare politiche ad hoc per il settore nonché la promozione dell’agroalimentare toscano”.


Autoriforma – Ha spiegato il processo di autoriforma il vicepresidente della Cia nazionale Enzo Pierangioli: “L’apporto della Toscana a questa fase è stato determinante, perché la Toscana è una grande regione all’interno della confederazione. L’autoriforma non è un semplice fatto organizzativo interno, ma un modo concreto per rispondere alla crisi, una crisi non solo economica ma anche della rappresentanza politica e sindacale. L’autoriforma affida quindi la rappresentanza degli interessi direttamente agli agricoltori, non ad altri”.


Firenze

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