Il Gip del Tribunale di Roma Anna Maria Fattori ha disposto l’archiviazione del procedimento aperto contro ignoti per la morte del funzionario diplomatico italiano Mauro Monciatti originario di Sinalunga, trovato morto in circostanze misteriose nella sua abitazione a Caracas (Venezuela) il 4 giugno 2016. Lo rendono noto la vedova e il fratello del funzionario attraverso una nota del loro legale Andrea Mugnai annunciando la richiesta della riapertura delle indagini.

Richiesta di rogatoria internazionale «Chiederemo con forza la riapertura delle indagini – spiega la nota -, in particolare presenteremo alla Procura di Roma istanza di rogatoria internazionale per la trasmissione di tutti gli atti svolti dalla polizia venezuelana, comprensivi di fotografie e documenti, nonché degli esami di laboratorio e reperti dell’autopsia svolta dai medici venezuelani». Il caso in Venezuela era stato archiviato inizialmente come un decesso avvenuto per cause naturali dovute ad infarto. Il Tribunale di Roma aveva aperto un fascicolo nel maggio 2017 sulle istanze presentate dal legale dei familiari di Monciatti.

«Dove è il cuore di Mauro?» «Che la causa della morte sia dovuta alla presenza nell’appartamento di una terza persona è confermata dagli atti di indagine della polizia venezuelana ed anche dal contenuto di un incontro tra l’ex ministro degli esteri Paolo Gentiloni con il pari grado venezuelano» sottolineano i familiari del funzionario che considerano «inaccettabile che si giunga all’archiviazione del caso senza aver sentito gli italiani coinvolti a vario livello e diverso titolo nella vicenda. L’ambasciatore italiano a Caracas, Mignano, poco dopo la morte del nostro congiunto, comunicava ufficialmente che le autorità venezuelane avrebbero restituito il corpo di Mauro Monciatti privo di organi, salvo il cuore; tuttavia, in sede di autopsia disposta in Italia il cuore non era presente» conclude la nota.

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