Rispetto al decreto sicurezza «oggi c’è una forte iniziativa dei sindaci che sta prendendo corpo e verso la quale la Regione offre la massima disponibilità e sostegno. Da giorni stiamo lavorando per produrre un ricorso contro alcune norme contenute nel decreto Salvini e tratteremo anche la problematica relativa all’iscrizione all’anagrafe, che va ad incidere negativamente sull’effettiva possibilità di accedere ai servizi essenziali». Lo dichiara l’assessore toscano alla presidenza Vittorio Bugli.

«Valutiamo ricorso alla Consulta» «A questo proposito – ha aggiunto Vittorio Bugli- mostriamo tutta la nostra disponibilità a valutare insieme ai sindaci l’esercizio previsto dalla legge La Loggia, norma che prevede la possibilità per i Comuni di richiedere attraverso il Consiglio delle autonomie locali che sia la Regione a farsi carico del ricorso alla Consulta in tempi più rapidi e modalità coerenti con il dettato costituzionale». Per Bugli, «in questo senso si rafforzerebbe in un percorso Regione-Comuni l’obiettivo di far valutare la norma alla Consulta». L’assessore toscano ha ricordato che «già prima della conversione del decreto sicurezza avevamo denunciato insieme ad Anci gli effetti che questo può produrre sul territorio: solo in Toscana quasi 5mila persone sarebbero costrette all’irregolarità, creando problemi ai sindaci e producendo insicurezza e criticità di gestione sociale. La stessa cosa l’avevamo detta al ministro in sede di consultazione con le Regioni. A fine anno abbiamo presentato una proposta di legge dove si affermano i diritti essenziali di tutte le persone sul nostro territorio e si consente legittimamente ad istituzioni, associazioni e cittadini di operare affinché nessuno si trovi a vivere in Toscana senza questi diritti essenziali».

Il sindaco Nogarin: «Il decreto sicurezza è tutt’altro che una buona legge» Nel frattempo in merito al decreto sicurezza, dopo il sindaco Dario Nardella, nelle scorse ore ha preso posizione anche un altro primo cittadino toscano. «Il decreto sicurezza è tutt’altro che una buona legge – ha sottolineato Filippo Nogarin, sindaco di Livorno-. Ci sono aspetti che non mi convincono da un punto di vista politico ed etico e altri che ritengo siano difficilmente applicabili da un punto di vista amministrativo. Ma una cosa è certa: noi siamo abituati a rispettare le leggi fino a che sono in vigore. Quindi non chiederò ai miei dirigenti di ignorarle, esponendoli peraltro a potenziali possibili contestazioni da parte della magistratura. Se questa norma dovesse essere giudicata incostituzionale, ne prenderò atto, ma fino a quel momento, in quanto rappresentante di un’istituzione, è mio dovere applicarla. La cosa fondamentale dal punto di vista di un sindaco – ha proseguito Nogarin – è comprendere gli effetti dei provvedimenti legislativi sul proprio territorio e gestire le situazioni con attenzione. Nei giorni scorsi abbiamo effettuato una riunione in Prefettura proprio su questo argomento: è emerso che i potenziali problemi saranno fortunatamente circoscritti a una decina di persone. Si tratta dei richiedenti asilo con permesso umanitario, attualmente ospiti dei Cas, ma che risultano essere in condizione di fragilità. Noi non lasceremo che questi uomini, queste donne e questi bambini finiscano su una strada e stiamo studiando il modo per garantire loro un’assistenza minima, al pari delle persone che vivono in condizione di difficoltà sul nostro territorio. Le speculazioni politiche a spese dei più deboli, semplicemente, non fanno per me».

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