Sociale ma anche ambiente, tutela dei diritti e cultura. Sono gli ambiti in cui operano le associazioni del volontariato toscano che possono contare su 300mila volontari. Di questiil 46% è donna. La fotografia è stata scattata dalla ricerca "Il volontariato inatteso. Nuove identità nella solidarietà organizzata in Toscana", a cura di Andrea Salvini e Luca Corchia.

I numeri  Il 78,3% delle associazioni toscane è iscritto al registro del volontariato. Il 32,7% delle associazioni opera nel settore sociale, il 29,4% nel sanitario, il 13,4% nel socio-sanitario, il 25,5% in ambito culturale, ambientale, tutela dei diritti e volontariato internazionale. Malati, bambini, anziani e migranti i principali destinatari dell’azione volontaria. Complessivamente il volontariato toscano vede una buona percentuale di associazioni (57%) collaborare stabilmente con il Comune, mentre solo il 17,9% con le Provincie. L’83% delle associazioni attive in ambito socio-sanitario collabora, invece, soprattutto con le Asl. La metà di tutto il campione collabora con cooperative e associazioni di promozione sociale e il 45% con scuole e università. Il 30% delle associazioni ha coinvolto i propri volontari in attività di formazione. Rispetto alle attività di comunicazione solo il 30,7% delle associazioni dichiara di comunicare con i propri soci e volontari attraverso mailing list. La ricerca ha anche valutato il cosiddetto ‘indice di sofferenza’: le associazioni toscane lamentano soprattutto la riduzione delle risorse, la difficoltà a reclutare nuovi volontari e l’elevato turn over.

         

Volontariato inatteso Come sottolinea il titolo del volume, il dato forse più significativo della ricerca è l’emersione in Toscana di un volontariato ‘inatteso’ che presenta cioè caratteri inediti e nuovi rispetto al volontariato a cui siamo tradizionalmente abituati. Si tratta di un volontariato consistente seppure minoritario: esprime, infatti, circa il 20% delle associazioni toscane, gran parte delle quali di recente costituzione. Questi i suoi tratti salienti: molto attivo nell’impegno sociale e nella difesa dei ‘beni comuni’ (cultura, ambiente, territorio), lavora in rete con enti locali ed altri soggetti del terzo settore, pragmatico, con forte propensione all’animazione territoriale e comunitaria, tende ad intervenire con azioni mirate di problem solving, talvolta è portatore di competenze e conoscenze di alto livello, presenta una struttura organizzativa fluida e flessibile, può contare su un bacino abbastanza ampio di volontari che spesso svolgono anche altre attività in ambito sociale e culturale.

I giovani e il volontariato Un’intera sezione del volume è, infine, dedicata a ‘giovani e volontariato’. Dall’indagine, che ha coinvolto 1264 studenti delle scuole superiori toscane, emerge che metà del campione considera il volontariato un “modo per sentirsi soddisfatti di se stessi” e “per fare attività socialmente utili”. La maggioranza degli studenti che svolgono attività di volontariato operano in ambito sociale e ben il 68% dichiara di essersi avvicinato al volontariato grazie ad amici, familiari ed insegnanti, mentre il 17% afferma di aver deciso ‘da solo’ e soltanto 5,3% dichiara di aver scelto grazie a campagne pubblicitarie, depliant o internet. La gran parte dei giovani toscani, infatti, boccia le strategie comunicative delle associazioni: il 66% le giudica ‘poco o per niente’ coinvolgenti ma il 76% vorrebbe ricevere maggiori informazioni sulle attività delle organizzazioni di volontariato. Infine, il 55% dichiara di non conoscere il Servizio civile nazionale.
 

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