La verità potrebbe celarsi dietro a 5 chiavette usb e un hard disk esterno. Il giallo sulla morte di Mauro Monciatti, il diplomatico italiano originario di Sinalunga (Siena) trovato morto nella sua abitazione di Caracas (Venezuela) il 6 giugno scorso, potrebbe risolversi con gli accertamenti tecnici sugli apparecchi informatici disposti dalla Procura di Roma e che saranno eseguiti giovedì 11 maggio dal Reparto Tecnologie informatiche del raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche. Proprio i 6 apparecchi informatici erano stati sequestrati dalla Procura il 2 maggio di quest’anno dopo che il legale difensore dei familiari di Monciatti, Andrea Mugnai, aveva avanzato l’ipotesi che quelle chiavette sarebbero state manomesse dopo la morte del funzionario italiano.

I documenti «inquietanti» La data del decesso di Monciatti è stata ricondotta al 4 giugno dello scorso anno, il suo corpo ritrovato solo 2 giorni dopo e le chiavette usb e l’hard disk, secondo il legale e i familiari, sarebbero stati manomessi il 7 giugno con il chiaro intento di cancellare documenti e files ritenuti «inquietanti». I documenti in oggetto sarebbero riconducibili in qualche modo all’attività di riorganizzazione contabile del consolato italiano in Venezuela che proprio Monciatti stava portando avanti da tempo. Anche per questo motivo la vedova del diplomatico, Valentina Novikova, auspica che il Ministero degli Esteri avvii un’attività d’indagine sulla ricostruzione contabile dell’ambasciata anche attraverso l’ispezione dell’ufficio di Monciatti al consolato di Caracas.

Risultati autopsia, manca la traduzione A gettare ancora ombra sul caso, quasi ad evidenziare una mancata intenzione di rincorrere la verità, c’è il caso dei risultati autoptici sull’esame scientifico condotto dagli inquirenti venezuelani pochi giorni dopo la morte di Monciatti. Quegli stessi risultati sono finalmente giunti a Roma ai primi di marzo ma a distanza di oltre due mesi quelle 15 pagine sono ancora in attesa di una traduzione che potrebbe avvalorare il documento delle caratteristiche probatorie. Senza quella traduzione, infatti, per la giustizia italiana rimangono solo 15 fogli di carta scritta in spagnolo.

La manifestazione per la verità La vedova continua ad invocare la verità ed è pronta a tutto per rincorrerla. Proprio per ricordare Monciatti e chiedere giustizia la famiglia organizzerà il 2 giugno, a quasi un anno dalla morte, una camminata a Sinalunga, realizzata in collaborazione con l’amministrazione comunale e l’Atletica Sinalunga, durante la quale sarà aperta una raccolta firme da inviare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che tra l’altro lo scorso anno era Ministro degli esteri

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