L’era algerina di Cevital a Piombino ha i giorni contati. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha ribadito mercoledì mattina la scadenza del 31 ottobre, fissata a giugno nell’addendum che si è reso necessario dopo i gravi ritardi nel piano industriale: per quella data o il gruppo algerino trova un partner a cui affidare la parte siderurgica del progetto oppure un acquirente. E gli interessati non mancano: su tutti gli indiani del gruppo Jindal. Se così non fosse, si andrà per vie legali alla rescissione del contratto firmato con il Governo nel 2014. È quanto emerge dell’incontro al Mise con i rappresentanti sindacali, dopo il nuovo scenario che si è creato a Piombino con la bocciatura del Ministro Carlo Calenda nei confronti del progetto Aferpi (comandato da Cevital), incapace in due anni di dare il via allo stabilimento e al resto del suo piano industriale.

Incontro al Mise

Entro il 31/10 un parter per la siderurgia Che si fosse agli sgoccioli era già chiaro a giugno, quando il commissario straordinario Piero Nardi si è trovato costretto a firmare l’addendum con Issad Rebrab, patron Cevital, in cui concedeva ulteriori proroghe per far fronte agli impegni presi, tra ripresa della produzione e investimenti. Ma alla prima scadenza gli accordi sono saltati: entro il 31 agosto doveva ripartire l’attività dei laminatoi per rispettare la commessa di Ferrovie dello Stato, ma fino al 10 settembre tutto è rimasto fermo. Così Nardi ha scritto al Ministero, spiegando che il progetto Cevital non era più credibile, portando così il Ministro Calenda a dichiarare pubblicamente che è arrivata l’ora «di cercare soluzioni alternative». Di fatto, la bocciatura definitiva per Cevital. Uno degli altri punti contenuti nell’addendum è fissato al 31 ottobre, scadenza entro cui Rebrab deve trovare un partner a cui affidare la parte siderurgica. Scadenza confermata mercoledì mattina, perché la speranza del Ministero è quella di poter trovare un accordo senza il bisogno della rescissione del contratto, che allungherebbe i tempi.

Jindal e British Steel interessati a rilevare il gruppo L’ad di Cevital, Said Benikene ha spiegato che ci sono circa 7 o 8 gruppi che stanno interloquendo con Cevital per entrare in sinergia o che possono essere interessati a rilevare il gruppo industriale. Tra questi anche Jindal e British Steel che partecipano insieme. In ogni caso l’accordo che potrebbe essere trovato tra Jindal o altri gruppi deve avere l’avallo del Governo. Per il Governo non è tanto importante il prezzo di vendita ma il piano industriale che verrà presentato con il piano degli investimenti. Nel caso in cui ci sia un accordo di partnership o di gestione, questo dovrà comunque essere valutato in via prioritaria dal governo.

Comune e sindacati: «Soluzioni affidabili al più presto» In linea con il Governo, perché la situazione si sblocchi alla svelta, anche i sindacati e il Comune. «C’è poi la necessità di aggiornare e realizzare un nuovo accordo di programma – dice il sindaco di Piombino Massimo Giuliani – per sbloccare la situazione, terminare i lavori sul porto, dare il via alla bonifica e al completamento della 398». «Occorre cercare subito al più presto soluzioni affidabili attraverso un piano industriale che si basi su risorse certe e sinergie possibili. Il rilancio del distretto industriale di Piombino attraverso la produzione di buon acciaio e il mantenimento dei livelli occupazionali non può attendere oltre», spiega Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. Presente all’incontro anche il governatore Enrico Rossi, che boccia Cevital su tutti i fronti: non solo quello siderurgico, ma anche per il progetto dell’agroalimentare, su cui gli algerini puntavano nell’ottica di una diversificazione. «È un progetto che prevede investimenti superiori a quelli promessi nel settore siderurgico – dice Rossi – Credo che chiunque sia l’eventuale subentrante la nostra attenzione debba concentrarsi sulle condizioni di gestione, sul piano industriale, sugli investimenti, ma soprattutto sull’aspetto occupazionale».

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