E’ durata in tutto un’ora la visita privata di Papa Francesco a Barbiana, sede della storica scuola di Don Milani, quest’ultimo il sacerdote che per molti ha dato una nuova immagine al clero nel ‘900, dando soprattutto un indirizzo nuovo all’educazione scolastica ed ecclesiastica. Atterrato intorno alle 11:15 nella piccola località alle porte di Vicchio (Firenze), il Pontefice è ripartito 60 minuti più tardi, dopo aver celebrato messa con una delegazione di studenti che avevano seguito le lezioni di Don Milani, e dopo aver pregato sulla tomba di quest’ultimo. «Il prete ‘trasparente e duro come un diamante’ continua a trasmettere la luce di Dio sul cammino della Chiesa, prendete la fiaccola e portatela avanti – ha dichiarato il Papa nel suo ricordo di don Lorenzo Milani, nello spiazzo adiacente la casa di Barbiana -. Pregate per me, non dimenticate, che anche io prenda l’esempio di questo bravo prete, e anche voi sacerdoti, anche anziani, perché non c’è pensione per i sacerdoti, tutti avanti, e con coraggio».

L’auspicio della madre Papa Francesco ha citato quanto don Milani scrisse al suo Vescovo: «Se lei non mi onora oggi di un qualsiasi atto solenne, tutto il mio apostolato apparirà come un fatto privato. Dal cardinale Silvano Piovanelli, di cara memoria, in poi gli arcivescovi di Firenze hanno in diverse occasioni dato questo riconoscimento a don Lorenzo. Oggi lo fa il vescovo di Roma. Ciò non cancella le amarezze che hanno accompagnato la vita di don Milani, non si tratta di cancellare la storia o di negarla, bensì di comprenderne circostanze e umanità in gioco, ma dice che la Chiesa riconosce in quella via un modo esemplare di servire il Vangelo, i poveri e la Chiesa stessa». Papa Francesco inoltre ha anche detto che con la sua presenza a Barbiana «penso di dare risposta a quanto auspicava sua madre: ‘mi preme soprattutto che si conosca il prete, che si sappia la verità, che si renda onore alla Chiesa anche per quello che lui è stato nella Chiesa e che la Chiesa renda onore a lui, quella Chiesa che lo ha fatto tanto soffrire ma che gli ha dato il sacerdozio, e la forza di quella fede che resta, per me, il mistero più profondo di mio figlio. Se non si comprenderà realmente il sacerdote che don Lorenzo è stato – diceva ancora la madre di don Milani, citata da papa Bergoglio – difficilmente si potrà capire di lui anche tutto il resto; per esempio il suo profondo equilibrio tra durezza e carità».

Vicchio, tutti di fronte al maxischermo Papa Francesco aveva subito prima ricordato l’essere radicato di don Milani in quel «cattolicesimo fiorentino così vivo attorno alla metà del secolo scorso, sotto il paterno ministero del venerabile cardinale Elia Dalla Costa». «Don Lorenzo – ha ricordato ancora Papa Francesco – ci insegna anche a voler bene alla Chiesa, come le volle bene lui, con la schiettezza e la verità che possono creare anche tensioni, ma mai fratture, abbandoni». Da segnalare che mentre Papa Francesco si trovava a Barbiana, a Vicchio la chiesa del paese mugellano dove è stato allestito un maxischermo per seguire la visita di Francesco sui luoghi di Don Milani, è stata piena per tutta la mattinata. Tanti i fedeli che, vista l’impossibilità di salire fino a Barbiana, hanno deciso di seguire l’atteso intervento del Pontefice nel cinquantesimo anniversario della morte del sacerdote (26 giugno 1967). A Barbiana, con l’arcivescovo Giuseppe Betori hanno trovato posto una decina di sacerdoti compagni di seminario di don Lorenzo, gli ex allievi e discepoli di San Donato, di Calenzano e di Barbiana, le tre parrocchie dove lavorò, una rappresentanza di preti giovani della diocesi fiorentina, alcuni parenti e un gruppo di ragazzi con vari problemi accolti in comunità legate alla stessa diocesi.

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