mps_.jpgTornano in rosso i conti di Mps nel 2016. Dopo l’utile di 388 milioni del 2015, l’istituto senese ha archiviato l’esercizio con una maxi-perdita di 3,38 miliardi di euro. A gravare sui conti sono stati i 4,5 miliardi di euro di accantonamenti per quei crediti deteriorati che, se il piano di salvataggio fosse andato a buon fine sul mercato, oggi sarebbero usciti dal bilancio della banca. I dati del 2016 arrivano mentre il cda di Mps è intento nella scrittura del nuovo piano industriale, richiesto dalle procedure di ‘ricapitalizzazione precauzionale’, che permetteranno allo Stato di entrare nel capitale della Banca con una quota di circa il 70%. Il completamento della procedura, ricorda il cda, «prevede la presentazione da parte del ministero dell’Economia alla Commissione europea di un ‘Piano di Ristrutturazione’» della banca, che è in corso di elaborazione e che sarà in continuità con il Piano industriale 2016-2019. Nel 2016, Mps ha rettificato crediti e attività finanziare per 4,5 miliardi di euro, 2,5 miliardi di euro in più del 2015.

I numeri del bilancio La componente ‘straordinaria’ è formata dai quasi 2,6 miliardi di euro di svalutazioni dovute a più stringenti criteri di valutazione, frutto anche delle indicazioni della Bce sul trattamento degli Npl. A dicembre 2016 i crediti deteriorati lordi ammontavano a 45,8 miliardi di euro, in flessione di 1,1 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015, mentre lo stock di crediti deteriorati netti era in flessione di circa 4 miliardi di euro. Grazie agli accantonamenti la copertura delle inadempienze probabili è stata aumentata al 40,3% (29,2% al 31 dicembre 2015), e quella dei crediti in sofferenza al 64,8% (63,4% al 31 dicembre 2015). L’impatto della perdita si è fatto sentire sui coefficienti patrimoniali, con il Cet1 ratio che è sceso all’8%, al di sotto della soglia del 10,75% fissata dalla Bce con lo Srep. Gli esiti negativi degli stress test prima e l’operazione di ricapitalizzazione non andata a buon fine dopo, hanno determinato anche una fuga di depostiti. Nel 2016 la raccolta diretta di Mps è scesa a 105 miliardi di euro, in calo di 14,7 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015. Ma «le prime evidenze del mese di gennaio – spiega il cda – confermano il livello della raccolta di fine 2016, evidenziando l’arresto delle fuoriuscite». Hanno risentito della difficile situazione della banca anche i ricavi, scesi del 18,4% nell’anno, a 4,25 miliardi di euro, e del 21,9% nell’ultimo trimestre. Il risultato operativo si è così ridotto di quasi un miliardo di euro, attestandosi a 1,63 miliardi.

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