gelato-calorieNon posso farci niente, il gelato non mi piace. E’ freddo. E io non amo i cibi freddi, gelati appunto. Non arrivo al punto di maledire l’invenzione del frigorifero come faceva qualcuno di mia conoscenza, anzi penso che nella top ten degli elettrodomestici indispensabili il frigidaire si piazzi nelle prime tre posizioni, probabilmente subito dopo lavatrice e cucina a gas (con quella a induzione ho qualche conto in sospeso) ma in genere tutto ciò che si mangia in un unico passaggio dal frigo al piatto non è il mio genere di alimento. Alimento, no bevanda, perché birra, Champagne e spumanti, vini bianchi e passiti, bibite e via elencando mi piacciono ghiacciati. Eccome. Fatta questa premessa, devo aggiungere che il non amarlo in modo particolare non mi impedisce di mangiarlo, specie se è di quello artigianale e magari fatto da poco, quando conserva intatte le sue caratteristiche da gelato e non si è trasformato in una crema ghiacciata da congelatore. Non voglio sembrare pretenziosa, ma fra un gelato ancora ben cremoso e uno che sembra un panetto di burro dolce e gelido , magari al gusto di nocciola o limone, c’è una differenza incolmabile. Da qualche parte ho letto che quando venne inventato il gelato, più o meno nel Rinascimento e in Italia, ovviamente, a creare la differenza fra questo tipo di dessert e una crema fredda fosse, allora come oggi, la sofficità della lavorazione finale determinata dall’aria che viene incorporata nel preparare la crema base. Non sono un pasticcere e non so se questa sia l’unica spiegazione, ma certo è che il sapore fra un gelato e una crema ghiacciata è davvero diverso. Una volta ho visitato lo stabilimento di una azienda che produce gelati industriali, per me una fra le migliori al mondo per serietà e qualità, e oltre a rimanere senza parole per l’enorme quantità di gelato che ho visto riunita in un unico posto, ricordo con grande nostalgia la bontà del cono all’amarena appena “sfornato”. Inimitabile. I gelati artigianali sono e restano i miei preferiti, comunque, e vivendo con due appassionati cronici di bacio, caffé, banana, pistacchio…, che mangiano gelato con un entusiasmo commovente anche quando la temperatura esterna batte quella del congelatore del frigorifero, mi capita spesso di frequentare le gelaterie che producono direttamente le decine di gusti che i miei amati sperimentano. Non sono una purista in questo settore. I gusti di gelato per me sono tutti leciti, almeno in linea teorica, per provare. Ecco perché giorni fa, a conclusione di un convegno dedicato al futuro dell’olio extravergine toscano, quando ci hanno offerto un gelato all’olio, appunto, non ho avuto esitazioni. E ho fatto bene. Era squisito. Una sorpresa gradevolmente fresca, dal sapore di gusto sempre in bilico fra il dolce e il salato. Straordinario. A firmare questa bontà sono stati i Gelatieri Artigiani Fiorentini, che fino a domenica 3 maggio trovate anche a Piazzale Michelangelo a Firenze dove si svolge la tappa fiorentina del Gelato Festival. Una gara fra maestri gelatieri che si sfidano a colpi di fantasia ed eccellenza portando ognuno un gusto di propria invenzione pensato per la circostanza e sottoposto al giudizio di una giuria popolare. E se non ce la fate ad andare a Firenze nessun problema: il Gelato Festival è itinerante, potete sempre mettervi in pari con la tappa di Napoli, o Bari, o Berlino…. (www.gelatofestival.it)
La ricetta Ho provato una sola volta a fare il gelato, quando mia figlia si rifiutava categoricamente di mangiare le verdure e voleva vivere di gelato. Ma non è andata molto bene: il gusto fagiolini e zucchini era di un verde marziano e davvero davvero immangiabile. Però posso sempre suggerire la mia variante preferita: ananas al forno aromatizzato alla cannella e ripieno di gelato al mango. Per prepararlo serve un’unica accortezza: lasciate intiepidire l’ananas, altrimenti il gelato si scioglie troppo! 

 

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