Il destino di 4 Comuni della provincia di Siena si giocherà domenica 11 novembre. In quella data, secondo quanto riporta l’edizione locale de La Nazione, infatti i cittadini di Asciano e Rapolano Terme, Montepulciano e Torrita di Siena saranno chiamati alle urne per esprimersi sulle fusioni dei rispettivi Comuni.  «Il decreto è già pronto – conferma a La Nazione Siena l’assessore regionale Vittorio Bugli – manca soltanto la firma del presidente o del vice. Questione di ore». La fusione, si legge nell’articolo, per passare dovrà ottenere il 50%+1 dei voti favorevoli in entrambi i Comuni interessati. Saranno i consigli comunali, nel caso non ci sia la maggioranza in entrambi i Comuni, a pronunciarsi. Da ora a novembre, dunque, è facile aspettarsi giorni di fuoco e un’anticipazione in questo senso si è già avuta con le schermaglie, per fortuna solo dialettiche, a colpi di articoli e di post sui social dei Comitati contrari alla fusione che sono nati in questi mesi.

Il nome che non piace La situazione più complicata è quella di Asciano e Rapolano, dove la diatriba non è solo sulla fusione, ma, nel caso questa passasse, anche sul nome. Quel “Crete Senesi” che i cittadini troveranno sulla scheda referendaria ma che non piace proprio a nessuno, nemmeno ai sindaci dei Comuni vicini (Monteroni d’Arbia e Montalcino) che non ci stanno a restringere il nome di un’area ben più vasta ai due soli comuni che si fonderebbero.

«Grosso pasticcio». Così lo definisce il Comitato per il No alla fusione tra Asciano e Rapolano Terme. «Un danno irreparabile per la comunità di Rapolano, che vede sparire il proprio nome – si legge in una nota del Comunicato -, riconosciuto a livello economico in tutta Italia. Il Comitato del Si continua ad imbrogliare le carte per provare a mettere le pezze a una proposta che perde acqua da tutte le parti». «Notiamo con piacere –prosegue il Comitato nella nota – che nell’ultimo comunicato il Comitato del Si si è inventato Rapolano “Capoluogo Economico”, è una formula ridicola per addolcire una spregiudicata manovra che consente, ad un gruppo di Asciano, di comandare e mettere le mani, sulle principali attività economiche di Rapolano che adesso non controllano. Il capoluogo lo hanno deciso loro ed è stato indicato già Asciano. Perché?». Il Comitato per il No si chiede ancora: «Perché non sono stati fatti incontrati prima di scrivere da soli e in gran segreto (con il primo cittadino di Asciano che lo ha tenuto nascosto ai propri cittadini) per condividere la proposta di legge, gli investimenti da fare e tutte le varie garanzie necessarie per tutte le frazioni del nuovo Comune? Ci potrebbe rispondere il Sindaco di Asciano che prima dice che la pdl è di iniziativa popolare e poi durante l’audizione in commissione dichiara che dietro a tutto questo c’è il suo zampino, risultando il principale rappresentante del Comitato. Adesso il Comitato del SI vuole incontrare tutti, quando purtroppo è già stato tutto deciso». E infine l’invito ad un confronti pubblico: «Il Comitato per il NO alla fusione invita i rappresentanti del Si ad un confronto pubblico davanti ai cittadini dei due comuni per spiegare alla luce del sole i vantaggi e gli svantaggi di questa fusione» conclude la nota.

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