Nascondevano la droga nei cespugli di piazza D’Azeglio o la interravano nella Pineta di Viareggio e spacciavano in pieno giorno, sia che fosse bel tempo, sia che piovesse e senza curarsi minimamente dei passanti. La Polizia ha però fermato questo giro di spaccio con l’operazione ‘Souk 2018’ che, questa mattina, ha fatto scattare le manette ai polsi di 17 persone, tutte di provenienza maghrebina, ritenuti dagli investigatori responsabili di spaccio di cocaina, eroina, marijuana e hashish.

Le indagini Partite circa due mesi fa, le indagini sono state svolte dalla Squadra Mobile di Lucca, guidata dalla dottoressa Silvia Cascino, in collaborazione con il Commissariato di Viareggio e il Servizio centrale operativo della Polizia. L’attività investigativa si è subito indirizzata verso un gruppo di spacciatori magrebini che avevano la loro attività ‘lavorativa’ stabile sia in Pineta, sia alla stazione ferroviaria di Viareggio, ma anche sul lungomare, in particolare in piazza D’Azeglio, nei pressi di una scuola. Nel corso delle indagini – che sono state svolte con agenti sotto copertura e attraverso servizi di osservazione con telecamere nascoste – la Polizia ha verificato che gli stranieri avevano occupato le zone realizzando un’attività di spaccio rivolta a un alto numero di assuntori, tra cui vi erano anche vari minorenni. La Mobile lucchese, per poter mettere fine a questo diffuso giro di spaccio, si è avvalsa della facoltà di ritardare l’arresto degli spacciatori, in modo da poter acquisire ulteriori elementi investigativi.

I risultati Proprio anche grazie al provvedimento di ‘arresto ritardato’, gli investigatori hanno potuto in tempi brevi acquisire elementi che inchiodavano di fatto 25 stranieri (tra i quali alcuni richiedenti asilo o irregolari), mentre altri elementi sono stati acquisiti in maniera tradizionale, ascoltando dei testimoni o effettuando dei servizi in borghese. E’ così emerso che gli indagati, in tempi brevissimi, sono riusciti a reperire dei quantitativi apprezzabili di droga, destinati al mercato. I loro ‘clienti’ erano per lo più giovani e giovanissimi e riuscivano a realizzare decine di vendite ogni giorno. Tutte queste vendite puntualmente ‘certificate’ dalla polizia hanno portato nei confronti dei 25 indagati a un cumulo di 57 arresti ritardati. Oggi sono scattate le manette ai polsi di 17 di loro.

 

 

Articolo precedenteAeroporto della discordia. Firenze, Salvini: «Va ampliato». Ma Centinaio ribadisce: «In Toscana prima Pisa»
Articolo successivoMancata produttività in busta. Sit-in del sindacato autonomo degli infermieri a Siena contro la decisione dell’Asl Sud Est