Un numero, già attivato da diversi anni dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, a cui rivolgersi per casi di violenza o stalking sulle donne. Un numero, il 1522,  da chiamare prima che accada qualcosa di irreparabile, per prevenire drammi ancora più gravi che il più delle volte si consumano all’interno delle mura domestiche.  La Regione Toscana rilancia la campagna contro la violenza sulle donne. E si parte appunto dal pubblicizzare l’esistenza di questo servizio, attivo 24 ore su 24, collegato alla rete dei centri antiviolenza e alle altre strutture per il contrasto alla violenza di genere presenti sul territorio. Un numero di pubblica utilità accessibile gratuitamente da tutta Italia, sia da rete fissa che mobile, con operatrici ed operatore capaci di parlare in italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo e pronti ad indirizzare la persona all’altro capo del telefono al centro di ascolto e di aiuto più vicino.

La vicepresidente Barni: «Favorire l’emersione del fenomeno» «Le istituzioni da tempo stanno lavorando per cercare di costruire una rete di prevenzione e protezione rispetto al fenomeno della violenza maschile sulle donne – si sofferma la vice presidente della giunta regionale toscana, Monica Barni – L’obiettivo è quello di favorire l’emersione del fenomeno attraverso la sensibilizzazione: siamo convinti infatti che la conoscenza dei servizi di supporto che possono essere attivati, in prima battuta quelli forniti dai centri antiviolenza, possa positivamente incentivare la presa di coscienza, la denuncia e la richiesta d’aiuto». «Del resto non è scontato che siano conosciuti – ricorda Rosanna Pugnalini, consigliera regionale delle pari opportunità –. Non è scontato che si conosca neppure questo numero telefonico».

Chiamando invece il 1522 ogni donna può rivolgersi a un centro antiviolenza, con l’assistenza di operatrici qualificate. Non è un passo facile: il primo muro sono le reticenze dovute alla delicatezza delle questioni in gioco. C’è la paura, una fiducia da conquistare.  «Fondamentale in questa azione è chiaramente anche un cambiamento culturale, che deve vedere anche gli uomini protagonisti» spiega Barni. Informazione, educazione e poi sostegno sono le parole chiave. Ed educare, si sofferma la vice presidente, vuol dire anche parlare e far riflettere i giovani: con la musica pure, organizzando un concorso prima nelle scuole e poi tra le giovani band ed artisti emergenti. Oppure con un premio, che si avvia già alla terza edizione, per le tesi universitarie che di violenza di genera si occupano. Serve una rete e una filiera. «Ma la mancata emersione di molti casi  – rimarca ancora Barni – è dovuta anche al fatto che non si conoscono a volte le strutture a cui  le donne possono rivolgersi e proprio per questo abbiamo deciso di rilanciare la campagna di comunicazione per promuovere il numero gratuito 1522, collegato alla rete dei centri antiviolenza e alle altre strutture presenti sul territorio».  Le operatrici telefoniche dedicate al servizio forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime, offrendo informazioni utili e un orientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati: «un avvicinamento graduale con l’assoluta garanzia dell’anonimato» ricorda ancora la vice presidente.

La campagna antiviolenza La campagna di quest’anno avrà il suo fulcro nella collaborazione con le catene della grande distribuzione organizzata, che hanno aderito convintamente all’iniziativa: dalla Conad del Tirreno a  Coop Centro Italia, dall’ Esselunga al gruppo Tuodì, da Pam Panorama a Simply Etruria, Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno. «Occorre agire in modo capillare  per raggiungere risultati significati – dice la consigliera Pugnalini – e la presenza dei supermercati, da dove passano tante persone e tante donne, è fondamentale». Da sabato 10 novembre e per tutto il mese materiale informativo sul numero 1522 e sui servizi collegati sarà così presente presso i punti vendita di tutto il territorio regionale e al punto informazion del Centro commerciale “I Gigli” di Campi Bisenzio, il più frequentato della Toscana. Ci saranno locandine e manifesti, biglietti formato tessera  da mettere in tasca e portare via. Tutti i dipendenti delle catene avranno  una spilla appuntata sulle loro divise da lavoro. Il culmine della campagna sarà il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne delle Nazioni Unite.

Le altre iniziative A partire dal 14 novembre e fino al 14 dicembre la campagna sarà presente anche sugli autobus di linea urbani ed extraurbani della regione e, a seguire, sui treni regionali. Alla campagna hanno aderito anche Confartigianato Toscana e Cna Toscana e diversi ordini e collegi professionali del territorio. La Regione ha dedicato all’iniziativa una pagina all’interno del proprio sito istituzionale da cui sono scaricabili e liberamente stampabili i materiali nei vari formati. La pagina sarà arricchita di informazioni e contenuti durante il mese dedicato alla campagna. E’ prevista anche una campagna social, in partenza da venerdì 9,  attraverso i canali ufficiali di Regione Toscana (Facebook – https://www.facebook.com/regionetoscana.paginaufficiale e Instagram – https://www.instagram.com/regionetoscana/).

Articolo precedenteLotta ai piccioni. Il Comune di Bibbiena sigla un accordo con i cacciatori per gli abbattimenti
Articolo successivoScosse di terremoto nel senese, gente in strada nessun danno. Scuole chiuse a Castiglione d’Orcia