I cipressini più fotografati, un simbolo del paesaggio toscano e della Val d’Orcia patrimonio dell’umanità. Ma la massiccia presenza turistica manda in tilt il traffico, specialmente in alcuni periodi dell’anno. Con evidenti pericoli di possibili incidenti.

Sono stati ‘scoperti’ negli anni Ottanta, quando è stata realizzata la nuova Cassia. Da allora la fama della corona di cipressi nel comune di San Quirico è cresciuta rapidamente, tanto da farne diventare un simbolo del paesaggio toscano in tutto il mondo. Insieme alla Chiesa di Vitaleta, e al Podere Belvedere, guarda caso tre icone paesaggistiche concentrate all’interno del piccolo per estensione (soltanto 42 km quadrati) comune di San Quirico.

Già negli anni duemila fermarsi ad ammirare quella collina con i cipressi, poteva rappresentare un pericolo per il traffico, ed allora furono realizzate nel campo adiacente alla strada, due piazzole per permettere alle auto di fermarsi. Ma ricordiamo che la strada era una statale, la Cassia, appunto, e anche venti anni fa non era possibile intervenire in altro modo.

Poi pubblicità, spot, fotografi professionisti ed amatoriali da ogni parte del pianeta si sono riversati in quel punto per immortalare questo gioiello paesaggistico. Negli ultimi anni i nuovi mezzi di comunicazione, in particolare i social network ne hanno amplificato la fama dei cipressi.

Intervenire prima che sia troppo tardi. E’ un po’ questo l’appello, ma anche il grido d’allarme, di molti cittadini per la situazione del traffico nella zona dei cipressini sulla Cassia.

Un afflusso di turisti e fotografi in tutti i periodi dell’anno, ma è durante i weekend ed i ponti di primavera l’affluenza maggiore, con i relativi problemi di traffico e di sicurezza per le persone. Così è all’ordine del giorno trovare auto che lungo la Cassia parcheggiano in doppia fila, fanno inversione di marcia, o semplicemente attraversano a piedi la carreggiata, senza ricordarsi che ci troviamo in una strada sempre transitata con un limite di velocità comunque di 90 km orari. La situazione sembra non essere più sotto controllo, e di sicuro così non è più sostenibile. Cresce la preoccupazione degli abitanti della zona, si chiedono interventi prima che sia troppo tardi e si verifichino incidenti. Una contesto non molto diverso anche se andiamo in direzione Pienza, all’altezza dell’altrettanto celebre Chiesa di Vitaleta.

«Una situazione difficile da tempo – commenta il sindaco di San Quirico, Valeria Agnelli -, fra l’altro, la strada adesso è dell’Anas, quindi di competenza nazionale. Al momento non è previsto nessun autovelox. Inoltre – aggiunge – quelle presenti non sono delle vere e proprie “aree di sosta”, per cui non possono essere allargate e non si possono creare parcheggi lungo la Cassia». Cosa fare? Quello che sembra chiaro è che oggi le due piazzole di sosta non sono più sufficienti. Intanto, secondo il sindaco Agnelli servono un maggiore lavoro di squadra e più controlli per la gestione del transito. «Controlli – sottolinea – che essendo fuori dal centro urbano non possono essere fatti dalla polizia municipale. Mi auguro che, in tempi rapidi, insieme a tutti gli enti coinvolti si possa arrivare a maggiori controlli. C’è bisogno di una progettualità più ampia sovracomunale, che però potrà dare i suoi frutti solo in prospettiva».

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Lorenzo Benocci - Giornalista professionista - Direttore responsabile Agricultura.it - Coordinatore editoriale Dimensione Agricoltura - Collaboratore agenziaimpress.it - La Nazione - Collaboratore testate specializzate agricoltura - Premio Addetto Stampa dell'Anno 2009 per l'Agricoltura - Autore libro: Il Barbarossa - Cronache e protagonisti di una festa