penna-e-calamaioLa letteratura è conoscenza, viaggio, emozioni, scoperta di se stessi, degli altri e del mondo. Ne troveremo conferme anche in questa rubrica che, settimanalmente, proporrà frammenti d’autore. Un piccolo “manuale d’uso” per i nostri giorni comuni e, soprattutto, per i sentimenti che dentro quei giorni abitano.

 Eugenio Borgna (1930), psichiatra che sa raccontare anche in maniera divulgativa (e perché no?, poetica) le profondità della psiche, ha pubblicato recentemente un libro (Einaudi) sul valore della Fragilità. In risposta a quell’atteggiamento che, invece, vede le persone rifuggire dalla fragilità perché ritenuta socialmente sconveniente, faticosa da sopportare. Grosso errore – sostiene Borgna – in quanto sono infinitamente più preziose le emozioni e le parole che si rompono di quelle inconsistenti che non si rompono mai.

Ci sono emozioni forti ed emozioni deboli, virtù forti e virtù deboli, e sono fragili alcune delle emozioni più significative della vita. Sono fragili la tristezza e la timidezza, la speranza e l’inquietudine, la gioia e il dolore dell’anima.

[…]

La fragilità fa parte della vita, ne è una delle strutture portanti, una delle radici ontologiche. Nella fragilità si nascondono valori di sensibilità e delicatezza, di gentilezza estenuata e di sensibilità, di intuizione dell’indicibile e dell’invisibile che sono nella vita, e che consentono di immedesimarci con più facilità e con più passione negli stati d’animo nelle emozioni, nei modi di essere esistenziali, degli altri da noi.

[E. Borgna, da La fragilità che è in noi]

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