penna-e-calamaioLa letteratura è conoscenza, viaggio, emozioni, scoperta di se stessi, degli altri e del mondo. Ne troveremo conferme anche in questa rubrica che, settimanalmente, proporrà frammenti d’autore. Un piccolo “manuale d’uso” per i nostri giorni comuni e, soprattutto, per i sentimenti che dentro quei giorni abitano.

Sempre attuale ci sembra il capolavoro di Eduardo De Filippo “Natale in casa Cupiello”. Metafora di un mondo in cui, tra egoismi, tresche, conflitti, ciascuno replica continuamente le proprie ossessioni. Verrebbe davvero facile calarsi nelle vesti del disadattato Luca per non vedere quel che succede d’attorno e dedicarsi al maniacale allestimento di o’ Presebbio. Così, al degrado della realtà opporre il sogno: difenderlo, accudirlo, rimirarlo. Perché non c’è più nulla da dire, da fare, da sapere su quanto della vita fa problema; e ben venga qualcuno a dirci: “Ma che devi sapere! Che vuò sapé… Fa ‘o presebbio, tu”. E’ pur vero che Luca muore troppo giovane per essere un adulto, troppo vecchio per essere un bambino. Ma il suo presepe è stupendo, e belle tutte le cose che in quel sogno stanno ostinatamente racchiuse.

Luca (felice che sia riuscito a far fare la pace a Ninuccia e il marito, ride soddisfatto) Hanno fatto pace, laggio fatto fa’ pace… Ha visto, Conce’? (a Ninuccia e Vittorio) Voi siete nati l’uno per l’altro. Vi dovete voler bene. Non fate prendere collera a Concetta che ha sofferto assai… (Ninuccia e Vittorio allentano la stretta della mano: ora Luca delirante farfuglia qualcosa di incomprensibile, agitando lentamente il braccio destro come per afferrare qualcosa in aria. E’ soddisfatto, vaga con lo sguardo intorno e chiede) Tommasi’, Tommasi’…

Tommasino (sprofondato nel suo dolore si avvicina al padre mormorando appena) Sto qua
Luca (mostra al figlio il braccio inerte, lo solleva con l’altra mano e lo fa cadere pesantemente come per dimostrare l’invalidità dell’arto. Poi chiede supplichevole) Tommasi’, te piace’ ‘o Presebbio?
Tommasino (superando il nodo di pianto che gli stringe la gola, riesce solamente a dire) Sì
Ottenuto il sospirato “si”, Luca disperde lo sguardo lontano, come per inseguire una visione incantevole: un Presepe grande come il mondo, sul quale scorge il brulichio festoso di uomini veri, ma piccoli piccoli, che si danno un dà fare incredibile per giungere in fretta alla capanna, dove un vero asinello e una vera mucca, piccoli anch’essi come gli uomini, stanno riscaldando con i loro fiati un Gesù bambino grande grande che palpita e piange, come piangerebbe un qualunque neonato piccolo piccolo…

Luca (perduto dietro quella visione, annuncia a se stesso il privilegio) Ma che bellu Presebbio! Quanto è bello!

[da Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo]

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