Siena_piazza _Campo_aereo_agenziaimpressSiena con un balzo torna quinta in Italia, per qualità della vita. Secondo l’annuale indagine dell’autorevole quotidiano Italia Oggi, e dell’Università la Sapienza di Roma, a Siena si sta benino. E noi non possiamo che confermarlo, almeno per chi lavoro ce l’ha: a Siena la qualità del vivere non è crollata, come molte certezze che parevano eterne. Almeno non subito. Ma domani?

Siena è una città-paese, che regge in controtendenza: dove nel resto della regione si punta ai grandi numeri, non importa se di massa, la città del Palio accarezza le eccellenze. Dove gli altri corrono, lei va a passeggio. Dove gli altri cercano l’Alta velocità, le autostrade, lei si contenta di qualche treno in più. Dove gli altri mangiano qualsiasi cosa, qui si assaggia e si ricerca il gusto d’essai. Eppure ad aver vinto non sono le amministrazioni comunali degli ultimi anni, ma la città medievale. Eh si, penso proprio che a vincere sia stata la città culla di una civiltà cristiana dura a morire, che gira e ruota intorno alla piazza, che si incontra e si scontra, che sa andare a piedi, commuoversi di fronte a un’opera d’arte, sa conoscere il nuovo, ma a piccole dosi. Fedele a se stessa e alla sua identità, ha conservato, con i suoi riti, le sue qualità. Che vengono forse da un’altra epoca, ma che oggi un pò tutti vorremmo ritrovare.

sienaIn barba a qualche accademico che anzichè insegnare benevolenza ai suoi studenti, continua oggi a seminare i catechismi ideologici, un pò arrabbiati, degli anni 60. Come mi è capitato di sentire a Colle Val d’Elsa, dove un illustre professore dell’università di Siena, parlando delle città ideali, spiegava al pubblico quanto fosse brutto e cattivo il termine identità, e quanto fosse corretto parlare di memoria collettiva. Già, tanti cattivi maestri hanno provato a bagnare nell’ideologia Siena. Per fortuna, pur imbruttendola, non ci sono riusciti. Siena è rimasta un gioiello intatto, pronto per essere goduto e amato dal mondo. Ad una condizione: che la si rispetti, a cominciare dalle sue misure. Sì perchè oggi anche nella nostra Toscana la politica soffre di confronti e paragoni. I capi fiorentini si confrontano con le città tedesche, e vorrebbero avercelo più….lungo. Quindi città con 60 mila abitanti come Siena paiono strette, se in Europa e nel mondo molti paesi hanno 200 o 300 mila abitanti.

Qualcuno non ha spiegato loro che si tratta però di dormitori, e che la magia della proporzione sta in un mistero che la nuova urbanistica non sa più creare. Siena è vivibile perchè ha dentro la città, la campagna, e le tradizioni di una volta. Un luogo dove le persone riescono perfino a conoscersi, e a chiamarsi per nome. E dove sono sopravvissute alcuni identità rurali. Che, forse forse, hanno molto da insegnare a molte urbane di oggidì. Speriamo che la Toscana, nome storico e  brand da non sacrificare a nuove riforme politiche, sappia capire che gli unici numeri che ci potranno salvare saranno quelli che ci verranno dalla qualità. E non dalla quantità, dozzinale, di chi pensa solo ad accorpare e semplificare.

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