Pubblichiamo l’intervento di Alice D’Ercole, segretario generale della funzione pubblica della Cgil, che invita la categoria alla mobilitazione generale convocata per martedì 3 maggio per il rinnovo del contratto, scaduto ormai da 6 anni. Nell’augurare un ottimo successo all’iniziativa ci sembrava anche il modo migliore per salutare la Festa del lavoro di domani. Nella convinzione che le conquiste non sono solo quelle che si festeggiano ogni anno ma quelle che si ottengono giorno dopo giorno. Auguri di buon Primo Maggio a tutti i lavoratori. (M.T.)

bandiere CGIL.jpgMartedì 3 maggio i lavoratori dei servizi pubblici della Toscana saranno chiamati allo sciopero generale regionale. Gli oltre 100.000 lavoratori pubblici saranno in piazza anche nel rispetto della legge 146 che non consentirà a molti di poter partecipare allo sciopero per garantire i servizi essenziali.

Sono ormai 6 anni che è scaduto il contratto nazionale del pubblico impiego. Anni in cui si è denigrato e mortificato il lavoro pubblico. Anni in cui il ruolo dello Stato nella garanzia dei servizi pubblici, sotto il dettato dell’austerità, è arretrato compromettendo quantità e qualità degli stessi. Anni di provvedimenti, caotici e spesso contraddittori, messi in campo paventando una riforma della pubblica amministrazione volta alla semplificazione istituzionale, ma che hanno prodotto fino ad ora solo danni: un progressivo arretramento dello Stato nel territorio, il caos istituzionale fatto di ritardi, enti al collasso e servizi a rischio di chiusura.

Il tentativo di riforma messo in campo è stato teso a scardinare il ruolo del sindacato e la partecipazione dei lavoratori ai processi di riorganizzazione, nonostante l’Accordo Europeo tra i datori di lavoro pubblici e la delegazione sindacale vada in direzione opposta e sancisca quello che noi sosteniamo da sempre ovvero che un sistema di relazioni sindacali forti è leva, efficientamento e volano per la qualità dei servizi. Dalla Riforma Brunetta in poi la strada è invece stata un’altra: cancellazione del confronto con il sindacato sull’organizzazione del lavoro e sui servizi e il blocco della contrattazione nazionale e decentrata.

spi cgilLe politiche di depauperamento della macchina pubblica sono sotto gli occhi di tutti. Solo nell’ultimo anno si registrano mancati incrementi di 2 miliardi sulla sanità e tagli pesantissimi per Regioni ed Enti Locali. Tagli che sono stati accompagnati dal blocco delle assunzioni e del turnover che hanno ridotto all’osso gli organici, ridotto il personale in servizio, con il conseguente peggioramento della qualità delle prestazioni, ed hanno portato in soli 7 anni ad una perdita di oltre 300.000 posti di lavoro pubblici con ricadute ancora più pesanti nell’indotto, portando il nostro Paese ad essere il fanalino di coda in Europa con soli 58 dipendenti pubblici ogni 1000 abitanti e con un’età media tra le più alte, quasi 50 anni. Le manovre sulle retribuzioni dei lavoratori pubblici sono state ancora più gravi. Dal 2010 le voci stipendiali sono calate di 5 miliardi, 2 dei quali sul salario accessorio. Tagli che hanno significato perdite pro-capite di migliaia di euro.
Oggi è il tempo della svolta. E’ il tempo di invertire la politica di disinvestimento e tornare a fare dei servizi pubblici la leva ed il motore dello sviluppo, di rinsaldare il patto di solidarietà su cui si è retto il Paese dal dopoguerra ad oggi, in cui il sistema di tassazione generale garantisca equità e universalità di accesso ai servizi pubblici, di costruire uno Stato più eguale, dove i servizi pubblici tornino ad essere diritti di cittadinanza.

E’ il tempo della svolta e saremo in piazza il 3 maggio perché una vera riforma della pubblica amministrazione si fa con il confronto con il sindacato ed i lavoratori, si fa mettendo risorse a disposizione della contrattazione decentrata per valorizzare le professionalità e la produttività, ma soprattutto si fa rinnovando il Contratto Nazionale di Lavoro, nel rispetto di quanto sancito anche dalla Corte Costituzionale che ha giudicato illegittimo il blocco della contrattazione. E allora è inaccettabile la mancia di 5 euro medi pro-capite stanziati dalla legge di stabilità e l’assenza di risorse stanziate nel DEF.
È il tempo del rinnovo e non ci sono più alibi. L’Accordo quadro sulla definizione dei comparti di contrattazione (che li riduce da 12 a 4) firmato all’ARAN dà il segno che il sindacato sa cogliere le sfide della semplificazione e dell’innovazione. Ora è il tempo che il Governo stanzi le risorse per un contratto dignitoso e apra la contrattazione sulla parte normativa.
Il 3 maggio sarà una grande manifestazione regionale a Firenze con partenza del corteo da Piazza Indipendenza alle ore 9.30. Il comizio, che si terrà in Piazza Santissima Annunziata, sarà concluso dalla Segretaria Generale della FP CGIL Nazionale Rossana Dettori. (ci saranno anche Marco Bucci, segretario regionale Cisl-Fp, Mario Renzi, segretario regionale Uil-Fpl, Enzo Feliciani, segretario regionale Uil-Pa. NDR)

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