melio«Caro testa a pinolo… io in vacanza ci vado»”. E’ questo il titolo di un post su facebook con cui l’ideatore della campagna #vorreiprendereiltreno, Iacopo Melio, disabile di 22 anni di Cerreto Guidi, ha risposto alla recensione anonima su un villaggio-vacanze di Roseto degli Abruzzi, apparsa su Tripadvisor, in cui si ‘accusa’ la struttura perchè ha ospitato in vacanza un gruppo di persone disabili su sedie a rotelle.

Il commento sotto accusa «Bastava che la direzione mi avvisava e avrei spostato la vacanza in altra data»”. Così, lo scorso primo giugno, l’autore della recensione dal titolo “Il pacco è servito” rimproverava la struttura ricettiva di non aver avuto premura nei suoi confronti. La direzione, secondo l’insoddisfatto e anonimo cliente che si è firmato “cico33”, aveva commesso l’imperdonabile «errore» di non averlo messo al corrente che, nella stessa settimana, i suoi figli avrebbero dovuto condividere la location con «una miriade di ragazzi disabili». Troppo dolore da sopportare per i loro giovani occhi. Questo ha spinto cico33 a scrivere una recensione che gli si è ritorta contro come un boomerang, nonostante lo staff della struttura sia l’unico a poter avere un’idea della sua identità.

Melio: «Il dolore, quello vero, è nascosto nell’indifferenza» «Se un giorno avrò dei figli  – ha scritto tra l’altro Iacopo Melio – sapranno che il dolore, quello vero, è nascosto nell’indifferenza e non nella malattia. Che i brutti spettacoli del mondo ce li ha sempre ‘regalati’ la cattiveria umana e mai la dignità. Che il mondo è popolato da persone diverse ma con gli stessi diritti. Che non esiste libertà abbastanza grande di quella che possiamo prenderci per essere felici. Perché vivere significa questo: esser messi in condizioni di poter fare del nostro destino ciò che si vuole, senza mancare di rispetto (ah, che bella parola!) a chi ci sta intorno. Quindi, caro il mio testa a pinolo.. Non solo io in vacanza ci vado, quest’anno, come tutti gli altri anni. Ma ci andranno anche Marco, Matteo, Laura, Sara, Ilaria, Fabrizio, Ginevra, Alessandro. E tutti i ragazzi ‘speciali’ di questo mondo, che di speciale non hanno niente se non la loro unicità».

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