La lunga notte dello spoglio incomincia con la notizia della Robur che passa a Catania la sfida dei playoff per la promozione in serie B, nonostante fosse stata costretta a giocare in 9 contro 11. Ora resta l’ultimo ostacolo: la finale sabato prossimo a Pescara contro il Cosenza. Alle 23.20, il primo dato è quello dell’affluenza, che si ferma al 63,08%, 27.356 votanti contro i 30.007 (68,39%) di 5 anni fa, e i 32.874 (78,76%) delle elezioni politiche del 4 marzo scorso. Una percentuale in linea con il trend nazionale, quindi, sono poche analisi da fare: i senesi si sono recati alle urne con la stessa intensità del resto degli italiani. (leggi Elezioni Siena 50 su 50 sezioni)

Nessun effetto astensionismo da latitanza dei Cinquestelle, assenti ingiustificati a Siena. Lo scrutinio dei primi seggi mette subito in risalto i quattro candidati: Valentini, De Mossi, Piccini, Sportelli, quest’ultimo un po’ più distaccato.

Sono bastati i dati giunti dalle prime 5 sezioni scrutinate, la 43, 5, 45, 36 e 18, per ristabilire un ordine che poi si è andato confermando per tutta la notte. Fino all’alba, quando il dato ufficiale, dice che i senesi al ballottaggio di sabato 24 giugno prossimo dovranno scegliere il proprio sindaco tra Bruno Valentini (27,41%, pari a 7.237 voti) e Luigi De Mossi (24,24%, pari a 6.400 voti). Questo significa che la partita è aperta e parrebbe di facile lettura, perché il terzo classificato Pierluigi Piccini (21,27%, pari a 5.617 voti) si è piazzato subito alle spalle di De Mossi. Per poco al ballottaggio ci andava lui, l’ex sindaco della soffiata fatta alle Iene che probabilmente è riuscito a intercettare qualcosa più di qualche voto dai Cinquestelle, che a quanto pare al primo bagno di stagione hanno preferito il seggio elettorale.

La lettura del primo turno dice che il Partito Democratico prende il 18%, ma non è più la prima formazione a Siena, perché Piccini con una sola lista supera il 20%. La terza formazione politica in Città è la Lega, che fa registrare un 9% nonostante tutto, il commissario che è dell’Elba, le frizioni con la base. Altra chiave di lettura della coalizione di centrodestra è il minimo storico che fa registrare Forza Italia, che probabilmente accusa l’emigrazione di voti andati a Sena Civitas, convintamente schierata al fianco di Massimo Sportelli (15,99%, pari a 4.223 voti). Poi, c’è l’estrema sinistra, ancora presente a Siena con Alessandro Vigni (3,9%, pari a 1.029 voti). Alessandro Pinciani sfiora il 3% (2,6%, parti a 687 voti) e probabilmente il seggio. Casapound si ferma al 2,15% (569 voti) e Fucito dice «Bene così». David Chiti scopre la triste realtà di una città che sta cambiando pelle e sensibilità, fermandosi sotto quota 2%, a 1,71% (451 voti). Nadia Maggi, unica donna tra i candidati sindaco, non risulta pervenuta (0,73% pari a 194 voti).

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