Sergio Fucito, 63 anni, generale in pensione dei paracadutisti del 186° Reggimento della Folgore è il candidato a sindaco di Siena per la formazione di estrema destra CasaPound, di cui il figlio Marzio è responsabile provinciale. Quest’ultimo, sempre per CasaPound è stato candidato alla Camera alle ultime elezioni del 4 marzo. Si può dire una primavera di campagna elettorale per la famiglia Fucito.

Per Casapound l’Italia dovrebbe tornare ad essere una unità spirituale, politica ed economica, che si realizza integralmente nello Stato. Quale dinamica porta alla realizzazione di questo auspicio in una città come Siena?
«Uno degli aspetti più negativi della nostra città è stato, negli anni passati, l’acquiescenza dimostrata da tanti cittadini nei confronti del “Sistema Siena” che ha avvelenato con il suo “groviglio armonioso” l’animo di un’intera città. Tutto questo ha portato all’apparente inamovibilità di un potere politico sempre più autoreferenziato, tentacolare ed opprimente. Il 10 di giugno il popolo della nostra città avrà finalmente l’occasione di voltare pagina riprendendosi la propria dignità».

Voi dite che i servizi pubblici essenziali devono essere di eccellenza. Sanità, istruzione, devono essere pensati alla piena realizzazione della persona. Cosa non va che deve essere cambiato ? E come?
«Bisogna cambiare il rapporto tra amministrazione e cittadino che dev’essere coinvolto nei progetti di governo della città e che non dovrà mai più sentire lontani se non addirittura ostili chi i servizi pubblici gestisce. Per CasaPound l’autonomia dello Stato è minacciata da poteri forti, di natura privata ed internazionalista. La storia recente di Siena che dipendeva da Mps vi darebbe ragione. Tutto sommato le città oggi hanno forti vincoli di bilancio e regole di derivazione europea. Come si recupera autonomia a livello locale. Voglio dire senza dipendere dalle imposizioni delle sovrastrutture? Il Partito Democratico si è mangiato la gallina dalle uova d’oro. Cinquecento anni di storia, di una banca che negli anni trenta Ezra Pound studiava come “banca etica” di proprietà di una città intera, finiti ingloriosamente per colpa di chi ha coscientemente trasferito, a ben precisi potentati economici stranieri, le ricchezze accumulate da decine di generazioni di cittadini senesi. L’unica via percorribile, sia per l’intera nazione che per la nostra città, è l’integrale recupero della sovranità nazionale».

CasaPound considera nemico tutto ciò che è nemico della forma. La forma per lei è sostanza o un modo per garantirla?
«La forma fine a se stessa conta assai poco. CasaPound si considera il sindacato degli italiani ed ha giustamente fatto della concretezza la sua arma migliore. Le nostre radici sono ben piantate nel passato ma i nostri occhi sono esclusivamente rivolti al futuro e, con tutto il rispetto che si può avere per l’uomo Starace, non mi risulta che lui sia mai stato iscritto a CasaPound».

Cos’è la giustizia sociale? A Siena quali ingiustizie vede?
«La crisi a Siena è stata profondamente sentita in quanto ha visto sommarsi due gravissime e contemporanee criticità. La prima di carattere nazionale e la seconda legata alla perdita della banca cittadina che tanta ricchezza aveva distribuito nei secoli, tramite la Fondazione, all’intera città. CasaPound, sin dal giorno della sua apertura in città, si è fatta carico del grido di dolore degli italiani abbandonati  da una sinistra sempre più interessata ad altri soggetti (migranti, argomenti da salotto, minoranze rumorose e proterve) con la raccolta alimentare in supporto alle famiglie in difficoltà, il doposcuola gratuito per i bambini, le consulenze legali e tante altre attività che ci hanno spesso posto al centro dell’attenzione generale».

L’avanguardismo in una nazione anziana come la nostra ha senso di essere professato? Insomma si pretenderebbe disciplina militare dai giovani mentre poi la gente matura fa come gli pare.
«Nei momenti felici, la gioventù di una grande nazione prende gli esempi. Nei momenti difficili, li dà!».

CasaPound è per fermare gli sbarchi e rimpatriare quelli che non hanno diritto a stare in Italia. Dicono però che è grazie agli stranieri che è possibile pagare le pensioni compresa la sua.
«Quest’anno i richiedenti asilo costeranno alla collettività nazionale oltre 5 miliardi di euro. L’affermazione che “le risorse” ci pagheranno la pensione è semplicemente una barzelletta che ci farebbe rotolare dalle risate se non portasse inevitabilmente con se conseguenze tragiche e nefaste».

Che situazione vede a Siena con gli stranieri?
«In una città che vede i nostri figli abbandonare Siena per cercare un lavoro impossibile da trovare, l’immissione di migliaia di giovani individui stranieri ha come obiettivo, sposando in pieno le parole del filosofo Fusaro, di “avere una massa enorme da sfruttare, una massa di schiavi disposta a lavorare a poco e senza diritti; il progetto dell’elite non è quello di integrare i migranti, ma è quello di farci diventare tutti sfruttabili, facendoci lavorare a poco con orari da schiavismo».

Lei è un generale in pensione, la sua è una pensione d’oro? Si sente un privilegiato?
«Sicuramente mi sento un privilegiato non per l’entità della mia pensione che non può certo essere paragonata a quella dei politici di professione ma per il semplice fatto di avercela la pensione.
Ciò che mi sconvolge è la certezza che mio figlio, che oggi ha 29 anni, oltre a non avere un lavoro stabile non avrà mai una pensione. Stiamo lasciando ai nostri figli una Nazione immensamente peggiore di come noi l’abbiamo ricevuta dai nostri genitori. Questo è il principale motivo per cui non me la sono sentita di rimanere senza far nulla alla finestra a guardare affondare la Patria a cui ho dedicato la vita intera».

Le piace la proposta del sindaco di Firenze Nardella di rivedere i sistemi di assegnazione delle case popolari e favorire, tra i bisognosi, principalmente i residenti da più tempo nella città?
«Ritengo sia veramente ridicola questa corsa al saccheggio dei temi e delle proposte di CasaPound attuato da forze lontanissime dal nostro Movimento. Spesso addirittura dalle stesse forze politiche responsabili dell’attuale situazione di gravissima sperequazione a danno dei cittadini italiani e che, accecate dai loro stessi pregiudizi ideologici, non possono fare a meno di favorire gli immigrati nelle assegnazione di case popolari, di posti negli asili e di ogni altro benefit comunale. Chiunque ritenga di volersi opporre  a questa palese ingiustizia non può quindi che “scegliere sempre l’originale” dando fiducia a chi queste cose le dice da sempre e che si batte, 365 giorni all’anno, come l’unico “sindacato degli italiani” esistente in città (vedi caso Sandra Pelosi)».

Quali provvedimenti adotterebbe da subito?
“Il primo giorno del mandato da sindaco disconoscerei il Progetto SPRAR sottoscritto da chi fino ad oggi ha governato la città, impedirei l’apertura di ulteriori centri di accoglienza ed ostacolerei con tutte le mie forze l’arrivo di sempre nuovi “finti richiedenti asilo” in città. Il secondo giorno varerei un sistema di assegnazione dei benefit di supporto ai cittadini meno abbienti privilegiando nettamente i cittadini italiani nell’assegnazione di case popolari, posti asilo e quant’altro».

Sarebbe il sindaco di tutti o solo di coloro disposti a seguirla nel suo programma?
«Sarei il sindaco di coloro che, indipendentemente dalle idee politiche professate, si mettessero a disposizione per la rinascita morale e materiale della nostra città».

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