Piace il commissariamento di Sei Toscana, la società che nelle provincie della Toscana sud, Siena, Arezzo e Grosseto, gestisce il servizio rifiuti per conto dell’ATO Rifiuti Toscana Sud. Piace almeno alle forze politiche che da tempo ormai facevano sentire la loro voce critica. Mentre i dati resi noti nei giorni scorsi hanno confermato che ad una diminuzione della produzione dei rifiuti pro capite e della raccolta differenziata vi sia stato un forte incremento dei costi di servizio sulle tasche dei cittadini (leggi).

Psi congress
Congresso Psi a Siena

Tra i primi a intervenire a Siena è il Psi che con una nota (SCARICA rifiuti 20-3-17) «esprime il proprio apprezzamento al prefetto di Siena, Alfredo Gradone, per il necessario intervento. Il Psi di Siena è stato il primo partito a sollevare il problema dei costi di questo servizio. Il nostro allarme, confermato dai dati che erano in nostro possesso, non fu preso in nessuna considerazione dal partito di maggioranza, il Pd. Solo in seguito ad esposti alle procure, si è avuto una forte scossa sul sistema di gestione rifiuti. Essendo garantisti, non a fasi alterne, crediamo che gli accusati siano totalmente innocenti fino a condanna definitiva. Ci chiediamo, però, come mai la regione Toscana non avesse fatto, prima della nomina del direttore generale ATO rifiuti Toscana Sud, una verifica sui possibili conflitti di interesse, oggetto dell’accusa».

Nessun beneficio negli ultimi 20 anni «Anche la riconferma di amministratori – continua il Psi -, dopo le necessarie dimissioni, non sembravano aver dato luogo a quella discontinuità necessaria per un diverso rapporto fra controllato e controllore, poiché non dobbiamo dimenticarci che parte dei soci di Sei, sia pure tramite altre società partecipate, sono gli stessi Comuni che compongono l’ATO Rifiuti Toscana Sud. Noi riteniamo che il sistema di gestione pubblico/privato, messo in atto negli ultimi 20 anni, non abbia portato nessun beneficio ai cittadini utenti. Anzi. C’è anche da ricordare che, con il sistema messo in atto da “fini menti”, i cittadini della provincia di Siena stanno ripagando, di fatto, impianti che già avevano, in parte, pagato con la gestione Sienambiente. Salvo poi vedere che i loro soldi vengono spesi per costruire un auditorium, strumento ultranecessario per lo smaltimento dei rifiuti».

C’è ancora chi si arrampica sugli specchi Intanto a Grosseto la Lega Nord si scaglia contro le parole del presidente di Sei Roberto Paolini, che aveva imputato ai Comuni l’aumento della tariffa sui rifiuti, sulla base del servizio richiesto, lasciando intendere che Sei ne fosse estranea. «Tutti i tentativi fatti da Lega nord e Movimento 5 stelle di conoscere nei dettagli le varie voci degli alti costi contenuti nel piano economico finanziario sono andati a vuoto», dice il capogruppo leghista in consiglio comunale Mario Lolini. «Anche nel consiglio comunale aperto del febbraio 2016, concesso a fatica dopo un anno dalla sua richiesta, alla presenza degli allora amministratore delegato Organni e direttore Corti non vennero fuori risposte alle numerose richieste avanzate in virtù di aumenti vergognosi ricaduti nelle tasche dei cittadini. E oggi c’è chi continua ad arrampicarsi sugli specchi». Lolini poi dimostra con le cifre quanto è aumentata la spesa pro capite per i rifiuti in città. «In Italia erano 178 euro nel 2013, 173 nel 2014, 191 nel 2015 e 2016. A Grosseto – dice Lolini – si passa dai 258 euro nel 2013, ai 268 nel 2014, fino a salire ai 265 nel 2015 e 263 lo scorso anno».

Sulla vicenda interviene anche Fratelli d’Italia-An che plaude alla nomina dei commissari. «Bene il commissariamento, ma adesso i commissari non deludano le attese di trasparenza e buona amministrazione», dicono Giovanni Donzelli, capogruppo regionale di FdI-An e Bruno Ceccherini, capogruppo in consiglio a Grosseto.

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