renziFirenze-Perugia-Firenze: potrebbe sembrare il viaggio di un qualsiasi pendolare e invece è stata la giornata trascorsa ieri dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi che per la terza volta in 18 giorni ha scelto la città di cui è stato sindaco per presenziare a degli eventi. E così dopo il Wired Festival ed il blitz in Fortezza da Basso per il convegno sulle politiche per i disabili, dopo il Museo Pecci ed il teatro ‘Metastasio’ a Prato, la nuova scuola dei marescialli a Castello ed il convegno sul Chianti al nuovo teatro dell’Opera, ieri è stata la volta del convegno di Coldiretti e dell’apertura della campagna elettorale per il ‘si’ al prossimo referendum costituzionale.

Il premier: «Adesso ci giochiamo tutto» «Vi vedo rilassati. Come se pensaste: ‘tanto ce la si fa’. Non e’ cosi’. Non va bene» ha attaccato subito Renzi. «La sfida del referendum – chiarisce subito -e’ molto, molto, piu’ importante di quando mi candidai a sindaco. Adesso ci giochiamo tutto. Bisogna tornare alle origini, ritrovare la grinta di chi si mette in gioco per cambiare le cose. Se vogliono la palude, le solite facce, gli inciuci, scelgano gli altri». La ricetta per vincere e’ in puro stile Renzi. Una diversa organizzazione, fatta di video, cartelloni, manifesti, volantini, e piu’ di 150 iniziative, in due mesi, senza mai dimenticare la priorita’: governare il paese da presidente del consiglio. Ma le due cose si tengono, come nei video che mostrano la nonna e il bambino, testimonial ognuno a suo modo del si’. «Se voti no, non cambia nulla», dice l’anziana signora. «Io ce la metto tutta, ma tu promettimi che cambi», sono le parole del ragazzo. Messaggi indirizzati alla «cara Italia», il Paese piu’ bello del mondo «che ha bisogno di noi». «Noi andremo dovunque. Se ho sopportato Travaglio posso sopportare chiunque». Rivolto ai supporter fiorentini, Renzi aggiunge: «Nei prossimi due mesi io girero’ l’Italia ma tocchera’ a voi, casa per casa, fare come si fece quel 29 settembre del 2008. Aprire il telefonino, scaricare i contatti, spiegare che lo si sta facendo per il bello della politica. E in questo lavoro bisogna tentare di restituire speranza all’Italia». Il premier poi chiude e parte la musica di Jovanotti: “E non hai visto ancora niente”.

 

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