IMG_2869L’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori tra i migranti, i detenuti e tanta gente comune che ha recitato alcune terzine della Divina Commedia sul Campanile di Giotto. L’Arcivescovo ha infatti voluto assistere all’ultima replica di un originale percorso scenico e corale dedicato al tema del volo nella Divina Commedia che ha visto come ‘attori’ migranti, detenuti, rifugiati e persone in situazioni di disagio assieme a gente comune. Per due giorni, all’alba e al tramonto, il 24 e il 25 giugno, 2 compagnie di una quarantina di persone ciascuna ha recitato le parti del poema nelle quali Dante parla degli uccelli, del volo e degli angeli, dell’esperienza nel mondo e del desiderio dell’uomo di  andare  oltre i propri confini. «Mi hanno molto colpito le modalità di questa rappresentazione – ha detto il cardinale Betori – che sembra rispondere, in maniera assai originale, alle parole di Papa Francesco ai migranti: ‘La vostra esperienza di dolore e di speranza ci ricorda ​che siamo tutti stranieri e pellegrini su questa Terra, accolti da qualcuno con generosità e senza alcun merito’. Credo che ancora una volta Firenze abbia dimostrato la sua capacità di accoglienza secondo una modalità propria della sua storia: ha fatto risuonare parole altissime che fanno parte della coscienza universale in uno dei simboli mondiali della nostra cultura e della nostra fede. Per questo ringrazio gli organizzatori e le istituzioni che  hanno sostenuto questo bellissimo progetto. Esso si pone in continuità con le tante iniziative nate in occasione della visita di papa Francesco e del convegno della Chiesa italiana i cui effetti sono ancora particolarmente vivi tra tutti noi».

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