FIRENZE – Partendo dalla Toscana, la fotografia della fiscalità locale in Italia mostra un quadro estremamente variegato e, spesso, penalizzante per chi risiede in alcune città rispetto ad altre.
Secondo l’ultimo studio della Uil, che ha analizzato le addizionali Irpef comunali e regionali nei capoluoghi di regione, vivere a Roma o Napoli risulta decisamente meno conveniente rispetto ad altre città italiane, per chi ha redditi sia bassi che medi.
Un’Italia a tassazione variabile
Le addizionali Irpef, cioè le imposte locali che si aggiungono all’Irpef nazionale, sono composte da una quota regionale e una comunale. Questi balzelli possono pesare in maniera molto diversa sul portafoglio dei cittadini, anche a parità di reddito dichiarato. Per un reddito annuo di 20.000 euro, il totale delle addizionali può variare dai 606 euro delle città più onerose fino ai soli 263 euro di Milano, dove l’addizionale comunale non si applica sotto questa soglia e si paga solo quella regionale. Per un reddito di 40.000 euro, il divario resta marcato: si passa dai 1.452 euro di Roma ai 916 euro di Milano, fino ai 778 euro di Cagliari, la città capoluogo meno onerosa per questa fascia di reddito.
Toscana: tra le regioni “intermedie”
In Toscana, l’addizionale regionale Irpef oscilla tra l’1,42% e il 3,33% a seconda della fascia di reddito, collocandosi in una fascia intermedia rispetto alle altre regioni italiane. Per chi dichiara 20.000 euro, il prelievo resta sopra i 200 euro ma sotto i 300 euro, in linea con regioni come Liguria, Lombardia e Puglia.
Le città più care e quelle più virtuose
L’analisi UIL evidenzia forti differenze tra città anche simili per popolazione e costo della vita. Ecco alcuni dati emblematici: Vibo Valentia è la città più onerosa a 20.000 euro (686 euro), seguita da Salerno, Avellino, Napoli e Roma (tra 606 e 627 euro). Nella fascia dei 40.000 euro, Salerno guida la classifica con 1.468 euro, seguita da Roma (1.452 euro), Avellino e Napoli (1.428 euro). Milano e alcune altre città (Mantova, Bolzano, Trento, Firenze, Enna) non applicano l’addizionale comunale fino a 20.000 euro di reddito, garantendo un prelievo molto più basso rispetto alla media nazionale.
Il caso della Toscana e delle altre regioni
La Toscana, pur non essendo tra le regioni più penalizzanti, vede comunque un prelievo superiore rispetto a Friuli Venezia Giulia (solo 166 euro di addizionale regionale per 20.000 euro di reddito) e alle regioni con aliquota unica bassa come Veneto, Sardegna, Sicilia e Basilicata (tutte sotto i 500 euro a 40.000 euro di reddito).
Un sistema disomogeneo che chiede riforme
Dallo studio UIL emerge un’Italia “Arlecchino fiscale”, dove la residenza incide fortemente sul carico tributario. Il segretario generale UIL, Santo Biondo, sottolinea la necessità di una riforma della fiscalità locale per garantire maggiore equità e solidarietà: “Il sistema fiscale del nostro Paese deve essere lo strumento principale per affermare condizioni di equità e di solidarietà, necessarie a irrobustire la coesione sociale nazionale”. UIL denuncia anche che troppo spesso queste imposte vengono usate per compensare tagli ai trasferimenti statali, senza un miglioramento tangibile nei servizi pubblici.