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FIRENZE – Ottantuno anni fa, i rintocchi della Martinella di Palazzo Vecchio e della campana del Bargello annunciarono ai cittadini di Firenze l’inizio dell’insurrezione armata contro nazisti e fascisti.

Proprio in quei momenti, il sindaco e l’assessore indicati dal Comitato di Liberazione prendevano possesso di Palazzo Medici Riccardi. E alle sette in punto dell’11 agosto 2025, la Martinella ha suonato di nuovo, con la sindaca Sara Funaro che ha raggiunto la cima della Torre di Arnolfo per celebrare il ritorno della città alla libertà e alla democrazia.

«È un momento sempre molto emozionante e speciale — ha detto Funaro — per me ancora di più, perché mi riporta alla memoria la mia famiglia paterna, di origini ebraiche, che durante la guerra si rifugiò a Raggiolo, nel Casentino, ospitata da un’altra famiglia. Mi ricorda che senza il coraggio e la lotta di quegli uomini e donne per la libertà, tante persone come me non sarebbero oggi qui».

Alle sette in punto la Martinella ha suonato per dieci minuti, diffondendo i suoi rintocchi nell’aria e attirando l’attenzione dei pochi passanti. In piazza della Signoria, intanto, una ventina di persone esponeva una bandiera palestinese e uno striscione del Collettivo Insorgiamo della ex Gkn.

«Oggi — ha dichiarato la sindaca al termine della cerimonia — viviamo un momento storico segnato da tensioni geopolitiche e conflitti internazionali sempre più drammatici, come quello a Gaza. Il suono della Martinella risuona ancor più forte e scuote profondamente le nostre coscienze».

«L’emozione è immensa nel sentire risuonare la Martinella e nel ricordare il passato della nostra città, così come le tante persone che si sono sacrificate per la sua libertà. È un’emozione difficile da esprimere a parole», ha aggiunto, dopo essersi tolta la fascia tricolore.

«Per trasmettere questa memoria, soprattutto ora che i testimoni diretti sono sempre meno, è nostro dovere conservare le testimonianze attraverso libri, documentari e dialoghi con i giovani, affinché si possa creare una vera e propria “staffetta della memoria” — ha concluso la sindaca — così che le nuove generazioni possano conoscere la nostra storia e diventare cittadini migliori».