MONTEPULCIANO – La tre giorni di Montepulciano lascia un Pd più unito, ma con compiti precisi: superare l’astensionismo, elaborare un programma inclusivo e affermare la centralità dem nella coalizione. Schlein esce rafforzata, “incoronata” candidata premier dalle sue aree, ma con l’impegno a essere “segretaria di tutti”.
In un contesto di tensioni post-Atreju e di parità elettorale con il centrodestra, Montepulciano non è solo un evento di partito: è il tentativo di un centrosinistra che prova a riorganizzarsi, con il Pd al timone e un imperativo: più ascolto e coinvolgimento del partito. “Io continuo e continuerò fieramente a essere la segretaria di tutte e di tutti all’interno di questo partito”, ha detto Elly Schlein chiudendo la tre giorni e rivolgendosi al maxi-correntone nato per sostenerla ma con l’invito a non imbrigliarla. “Salvaguarderò e difenderò ogni giorno il pluralismo, perché siamo figli di tutte le culture politiche che hanno fondato questo partito, nessuna esclusa. Siamo già la sintesi”.
Schlein ha smarcato l’iniziativa da accuse di “correntone personale”, ribadendo: “Non mi sono mai fidata dei partiti in cui parla solo il capo. Siamo un’altra cosa: non un partito personale, non una caserma, non un comitato elettorale”. Ha poi aperto al dialogo con le minoranze, inclusi i riformisti riuniti a Prato: “Non accontentiamoci di quelli che siamo qui, perché la maggioranza è già più larga e bisogna che si organizzi tutta insieme”. Un cenno alle proposte emerse dal fronte riformista – come quelle sulle politiche industriali – troverà spazio nel “libro verde” programmatico coordinato da Orlando.
Al centro del discorso, il ruolo del Pd nel centrosinistra: “Il nostro partito è il perno fondamentale dell’alleanza, un ruolo che si è conquistato sul campo, elezione dopo elezione”. Rivendicando i risultati delle regionali 2024-2025, Schlein ha sottolineato: “Il Pd è cresciuto ovunque; sommando i voti veri, la coalizione progressista e le forze di governo sono pari. Siamo il primo partito del Paese, con 3,2 milioni di voti”. Un messaggio diretto a Conte e al M5s: la guida spetta ai dem, “conquistata sul campo”, e non si partirà da zero nelle discussioni sulla premiership.
Guardando al futuro, la segretaria ha annunciato “l’avvio di una discussione programmatica su tutto il territorio”, culminante in un momento nazionale per una “piattaforma per l’alternativa”. “Il partito lo cambiamo insieme, facendo sintesi su fondamentali: ci rafforzeremo per andare al governo, vincendo le elezioni con una coalizione progressista, non in altri modi”. Ha chiuso con un richiamo alla militanza: “Siamo una comunità politica articolata, con una storia di valori condivisi. Ogni sede locale è un presidio di democrazia”.
La kermesse si è aperta venerdì pomeriggio con una lezione di Gianrico Carofiglio sulle “Parole per una resistenza civile”, seguita dall’intervento del sindaco di Bologna Matteo Lepore. Sabato è stato il giorno dei big: sindacalisti come Pierpaolo Bombardieri della Uil e Andrea Cuccello della Cisl, economisti come Emanuele Felice, e leader associative come il presidente di Legacoop Simone Gamberini e quello di Arci Walter Massa. Nel pomeriggio, focus politico con i capigruppo dem in Parlamento e in Europa, e l’arrivo di Manfredi, che non si è tirato indietro sul ruolo di Schlein come “soluzione naturale” per la premiership del centrosinistra. L’atmosfera era quella di una Festa de l’Unità invernale: sedie di plastica, brecciolino sotto i piedi e un’aria di unità strategica. “Abbiamo una leadership che è un asset importante, abbiamo una coalizione che abbiamo costruito e un partito che dobbiamo utilizzare di più”, ha scandito Andrea Orlando dal palco, sintetizzando il mood della maggioranza dem. Aggiunte al correntone le componenti neouliviste di Anna Ascani e Marco Meloni, Debora Serracchiani e Dario Nardella, che hanno contribuito a “bloccare” la leadership di Schlein, rispondendo alle recenti tensioni interne e alle provocazioni esterne.
L’iniziativa, organizzata dalle aree dem che hanno sostenuto Elly Schlein alle primarie – da Areadem di Dario Franceschini alla sinistra di Andrea Orlando, passando per gli ex Articolo 1 di Roberto Speranza – ha riunito circa duemila partecipanti sotto una tensostruttura riscaldata ai Giardini di Poggiofanti. Un evento che, nato per rafforzare la leadership della segretaria, si è trasformato in un momento di fusione di correnti e di lancio verso le prossime sfide elettorali.







