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FIRENZE – Il mercato dei presepi resiste in Italia, sfidando la concorrenza di Babbo Natale e alberi scintillanti.

Questa tradizione radicata, simbolo per eccellenza del Natale, continua a conquistare cuori e piazze nonostante la spinta commerciale verso luci, palline e regali. In Toscana, terra di maestri artigiani, la produzione di statuine classiche tiene alto il nome del made in Italy, come emerge dai dati della fiera Devotio.

La manifestazione, in programma dal 31 gennaio al 3 febbraio a BolognaFiere con oltre 200 espositori da Italia e 18 Paesi, conferma la vitalità del settore. “Il presepe resta il vero simbolo del Natale, anche se la pubblicità promuove da anni Babbo Natale, alberi addobbati e dolci”, spiega Valentina Zattini, amministratore delegato di Conference Service, l’organizzatrice dell’evento.

Nelle chiese e nelle piazze di molti comuni, grandi presepi con luci, meccanismi e personaggi animano le feste. Nelle case italiane, però, la tradizione evolve: cala l’usanza di assemblare grotte con carta colorata, stagnola e muschio, sostituita da versioni minimal con solo la Sacra Famiglia – San Giuseppe, Vergine Maria e Gesù Bambino.

L’artigianato si concentra in distretti d’eccellenza: Toscana e Lucca per statuine tradizionali; Val Gardena per opere in legno, anche maxi; Napoli, con i maestri di via San Gregorio Armeno, per il presepe napoletano; Lecce e Sicilia per la cartapesta. Nuove varianti in ceramica, plastica, carta e metallo ampliano l’offerta. I presepi italiani brillano nel mondo per tradizione, design e qualità, ma affrontano rivali da Cina e Sud America.

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