montaigneParlare di Montaigne alla radio, ogni giorno per tutta un’estate, all’ora in cui la gente si sta rosolando sulla spiaggia o sta sorseggiando un aperitivo?

Quando gliel’avevano buttata lì, Antoine Compagnon, illustre professore del Collège de France, l’aveva trovata un’idea piuttosto stravagante. E allo stesso tempo così azzardata da non avere il cuore di tirarsi indietro. E così aveva iniziato. Sotto il solleone di luglio e agosto, a mezzogiorno: una frase del grande Michel e alcuni minuti di riflessione pacata, intelligente, niente affatto spocchiosa.

Un successo: come temo possa succedere solo in Francia (con un pensiero sconfortato alla programmazione radiofonica delle emittenti italiane nello stesso Un’estate con Montaigne – so di avere potuto mettere le mani su un piccolo grande libro). E ignoro in virtù di quali singolari meccanismi certe cose possano funzionare e altre invece siano destinate al naufragio. Ma ora che quelle divagazioni di Compagnon sono state pubblicate da Sellerio – con il titolo, appunto, di “Un’estate con Montaigne”).

Quante cose che ci insegnano, le pagine di Montaigne. Il dubbio che fa bene, la tolleranza, lo sguardo dell’altro, la giusta cautela nei confronti di ogni ambizione… da procurarselo, questo libretto. E da tenerselo a portata di mano, non importa se su una sdraio, un’amaca o al tavolo di un pub

Articolo precedenteMps e la crisi di Siena. «Ripartiamo dalle contrade e dal dialogo reciproco»
Articolo successivoPicchia l’anziana vicina e lancia la figlia contro i Carabinieri, arrestato