restauro_palazzina2«Firenze è una città che affonda le sue radici e la sua storia nel Rinascimento ma non si può fermare lì». Così il professor Giovanni Carbonara, docente all’Università La Sapienza di Roma e tra i massimi esperti a livello internazionale del restauro architettonico, è intervenuto durante il corso di formazione “Il restauro dell’architettura moderna: come e perché”, organizzato da Ordine e Fondazione degli Architettidi Firenze e Assorestauro con il sostegno di Rfi – Gruppo Ferrovie dello Stato, in corso alla Palazzina Reale di Santa Maria Novella. «Questa città – aggiunge Carbonara – ha avuto un ‘800 interessantissimo, penso ai suoi viali, ai suoi giardini e a personaggi come il Poggi. Ha avuto un ‘900 ricchissimo, pensiamo solo alla Palazzina Reale e alla Stazione del Michelucci. La città non si dovrebbe fermare a guardare il passato, l’attenzione alla conservazione delle testimonianze del moderno merita la stessa cura dell’antico e risponde agli stessi principi».


carbonaraCarbonara a Firenze
Il professore, interpellato dai giornalisti, interviene anche sulla Loggia di Isozaki. «Su quest’opera – dice – farei due ragionamenti. Il primo riguarda un concorso fatto, espletato e poi rimasto a metà, interrotto: cosa che mi lascia molto perplesso. L’altro riguarda la sostanza e il giudizio dato a suo tempo. Non so se la Loggia sia quanto di più adatto ci possa essere a questa città, a questa architettura. Moderno vuol dire tante cose e il caso di un inserto moderno accanto a un edificio antico richiederebbe forse un’attenzione particolare e una lettura storica della preesistenza per poter fare un’architettura che non abbia tratti di gestualità ma che sia espressione di ciò che si è capito dell’antico». Il professore parla anche della connessione profonda tra restauro architettonico e sicurezza antisismica degli edifici. «Oggi – spiega Carbonara – gli interventi di restauro e il riuso del patrimonio edilizio esistente devono essere la priorità. Anche sotto un profilo economico. In passato non si eluso il problema, ma si è cercato di trovare un equilibrio tra restauro architettonico, aspetti estetici e sicurezza. Sotto quest’ultimo profilo, soprattutto per gli edifici che hanno un valore storico, si è provveduto al loro miglioramento sismico più che all’adeguamento: senza pretendere che un edificio storico si comporti come un edificio nuovo, ma considerando quali sono le risorse proprie di un edificio e migliorarle per poterlo far resistere a un sisma. Dopo il terremoto del 24 agosto – aggiunge -: si stava facendo passare l’idea del miglioramento sismico come una sottospecie di restauro che non risolve i problemi mentre l’adeguamento li risolve. In realtà, il miglioramento sismico è un approccio pienamente scientifico alle architetture antiche che presentano strutture e murature diverse rispetto a quelle di nuova costruzione. Non è certo una ricerca di minore sicurezza, ma un modo diverso di affrontare il problema».

restauro_palazzinaArchitetti a congresso Il ciclo formativo proseguirà domani venerdì 23 settembre, e successivamente il 14 e il 15 ottobre e il 4 e il 5 novembre. Si alterneranno lezioni teoriche e laboratori pratici su due “cantieri” d’eccezione – la Centrale termica del Mazzoni e la Palazzina Reale del Michelucci – che chiameranno a raccolta i maggiori esperti del settore (architetti, ingegneri, docenti universitari ma anche istituzioni e aziende) per fare il punto sull’approccio progettuale e le procedure relative agli interventi di restauro e conservazione su edifici di architettura moderna.

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