rossi-panarielloL’occasione è stata l’inaugurazione della mostra che da poco più di una settimana in pieno centro a Prato, Palazzo Benci Buonamici, raccoglie cimeli, immagini e ricordi dell’avventura calcistica di uno dei giocatori più importanti della storia del pallone italiana. Si sono ritrovati ieri nella città laniera Paolo Rossi, l’attaccante ‘mundial’ di Spagna ’82, ed il comico ed artista a 360 gradi, Giorgio Panariello.

Rossi e Panariello insieme Conoscenti da anni ma sopratutto amici, i due si sono divertiti a duettare a ruota libera, facendo scatenare i tanti avventori del museo per Pablito, che ci ha tenuto a ritornare alle origini e raccontarsi in tanti aneddoti curiosi. «La cosa più bella è sempre il contatto con la gente che mi racconta dove era durante quel Mondiale in terra iberica e cosa stava facendo al momento dei miei gol a Brasile o Polonia-ha raccontato Paolo Rossi– Posso ritenermi fortunato perchè ho emozionato tante persone e fatte gioire nella maniera più naturale per me, giocando a quello sport che ho sempre amato da bambino: il calcio». Giorgio Panariello lo ha stuzzicato e preso in giro: «Dillo che senza quei campioni con cui giocavi nella Nazionale di Bearzot, non avresti mai fatto gol». «È vero-ha risposto Paolo Rossi– Eravamo una squadra fortissima ed un gruppo meraviglioso, che si è divertito sul campo e ha fatto divertire tutti fuori, e i giovani di oggi rivedendo le nostre partite, ci si ritrovano perchè eravamo passionali ed innamorati della maglia azzurra».

La toscanità per Rossi e Panariello Paolo Rossi ha poi parlato del suo legame con la Toscana. «Per me il mare era Viareggio, che frequento da 30 anni, la Versilia, ma soprattutto Firenze, dove ho iniziato a giocare da bambino e la mia Prato. Ancora oggi quando mi capita di girare per la nostra regione, non trovo paragoni con le altre perchè mi sembra sempre più bella». «Non c’è niente da fare, noi toscani siamo forti-aggiunto invece Giorgio Panariello– La gente ci considera speciali ed io lo vedo nei miei spettacoli con Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni. Sento un affetto tutto particolare e anche un po’ di invidia per la nostra terra d’origine. Ovvio che questi giorni di spettacolo a Firenze abbiano un valore di calore unico e me lo prendo tutto perchè spesso siamo lontani per lavoro e non riusciamo a stare con amici, parenti o anche semplicemente conoscenti, di chi rideva alle tue battute al circolino e poi ti ha visto in tv o al cinema».

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