Riceviamo e pubblichamo l’intervento di Giorgio Del Ciondolo, segretario provinciale del Psi di Siena che riprende una riflessione di Michele Taddei nel suo ultimo blog “Siena decollata. Bailamme di sigle politiche nella città “bipolare“.

di Giorgio Del Ciondolo

L’immagine di “Siena decollata” esposta nella riflessione di Michele Taddei, dà drammaticamente il quadro della situazione in cui hanno portato la Città, particolarmente in questi ultimi dieci anni. Una causa determinata da una cultura di arroganza e supponenza della classe dirigente dimostratasi inadeguata a governare le “ricchezze locali”, a farsi dalla Banca, alla Fondazione  Mps e agli altri grandi enti decaduti. Il governo reale di Siena è stato esercitato sostanzialmente dal monocolore del partito Pds-Dd-Pd che non ha avuto dirigenti “autonomi” e “difensori della senesità” ma succubi ai diktat romani. Potere romano che da sempre nella storia ha cercato di mettere le mani sul “tesoro senese”. Questa è la responsabili politica di chi ha gestito la Città e le sue Istituzioni in questi anni.

Rocca SalimbeniCon l’approssimarsi delle  elezioni comunali sono in atto tanti “approcci politici” e corse per proporsi e/o riproporsi come se fosse l’anno zero. In un quadro di sbandamento per le forze politiche, vecchie e nuove, che stentano a interpretare il cambiamento epocale, economico e  sociale sempre più avvertibile in Città. C’è tutta una agitazione di posizionamento dove, come nelle maschere di Carnevale c’è posto per tutti: per anziani illustri trasformisti di maniera che come i saltimbanchi passano disinvoltamente da una parte all’altra degli schieramenti politici, senza fare un minimo di proprio rendiconto per ciò che sono stati in passato, in genere senza mai svolgere un azione riformista bensì spesso solo per riconfermare se stessi in barba agli interessi della città; personaggi ormai consumati dal tempo che si credono di essere nuovi soggetti salvifichi per tutti noi scottati dal potere; persone o movimenti nuovi demagoghi dei principi e valori più alti dell’umanità e falsi nuovi innovatori.

La nuova stagione per la Città dovrebbe essere di cambiamento delle persone e rinnovamento nei metodi di partecipazione, coinvolgendo i cittadini con “progetti per la Città” che interpretino l’attualità degradata per dare una prospettiva d’avvenire al popolo. Coinvolgimento dal basso con i nuovi strumenti di comunicazione che attraggano all’impegno politico nuove energie cittadine che vivono del proprio lavoro e producono per sé e per gli altri quel valore aggiunto che è l’occupazione, utilizzando le specificità locali (turismo e produzioni tipiche) ma anche riattivando i commerci con il mondo.

Per riscattarsi dal grigiore di questo ultimo decennio, il decennio del fallimento per la Città, occorre passare dalla “Siena decollata”  ad un progetto per il decollo di Siena.

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