Potrebbe essere un virus la causa dei continui spiaggiamenti di delfini che dall’inizio di gennaio al 10 febbraio si stanno verificando tra Toscana e Campania. In particolare, secondo l'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpat) i casi finora registrati sono 35.

Il ministero dell’ambiente esclude eventi causati dall’uomo Il ministero dell'ambiente ha comunicato che dalle prime indagini sembra di poter escludere eventi eccezionali causati dall'uomo, come sversamenti di petrolio o di sostanze inquinanti. La causa più probabile è di natura infettiva (in 6 soggetti è stata rinvenuta traccia di un batterio, Photobacterium Damselae, che può portare a sindrome emolitica e lesioni ulcerative).

A Pisa e Siena le analisi sui resti Gli spiaggiamenti si sono concentrati nella parte più meridionale della Toscana comprese le isole d'Elba e Pianosa. In totale gli animali ritrovati sono stati: 15 in Toscana, 10 sulle coste laziali e 10 su quelle campane. Tra i 15 animali registrati fino ad oggi in Toscana, 12 appartengono alla specie Stenella coeruleoalba (stenella striata), uno alla specie Tursops truncatus, mentre 2 sono stati registrati come "indeterminati" date le pessime condizioni di conservazione della carcassa che non ne hanno permesso una identificazione certa della specie. Tutti gli eventi sono stati comunicati dalla Capitaneria di Porto al settore Mare di Arpat che, a sua volta ha informato l'Università di Siena e l'IZS di Pisa. Date le cattive condizioni di conservazione degli esemplari solo in alcuni casi l'Università di Siena ha proceduto con il prelievo di un pezzo di cute, grasso e muscolo per l'analisi dei contaminanti. Di tutti gli eventi è stata data informativa all'Osservatorio Toscano Cetacei (OTC) che coordina l'attività della Rete Regionale per il recupero degli animali spiaggiati. L'eccezionalità del fenomeno di questi primi mesi del 2013 può essere confermata anche dal fatto che analoghi spiaggiamenti stanno avvenendo lungo l'intera costa tirrenica: 10 nel Lazio e 10 in Campania.

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